Nuova normalità. Una visione (quasi) oggettiva sul mondo che verrà

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L’Intelligenza Artificiale è attrice protagonista nella lotta contro il Covid-19.

Davanti a noi si apre un periodo incerto. Chi afferma di conoscere le conseguenze sociali e economiche che avrà la pandemia sul mondo di domani non è da prendere seriamente. Una nuova normalità si avvicina, ma a molte domande non c'è ancora risposta. 

Questo, però, non toglie che sia giusto pensare e immaginare come potrebbe essere il nostro futuro prossimo. L’importante è avere la consapevolezza di “sapere di non sapere”. Alla fin fine il mondo lo costruiamo noi, con le nostre idee e convinzioni: se ci poniamo con animo positivo, siamo già a metà strada per costruire un mondo migliore.

In questo articolo cercheremo quindi di mettere a confronto opinioni positive e negative rispetto al mondo che verrà. L’obiettivo? Dare forma a un quadro che possa essere di riferimento per chi legge, e offrire un’opinione oggettiva a chi desidera immaginare il proprio futuro e una nuova normalità

Vaccino

C’è chi dice che il vaccino potrà essere pronto già a settembre, e chi invece afferma che, se mai il vaccino si troverà, non potrà che essere pronto fra anni. In mezzo al coacervo di voci che si levano sull’argomento ci sono poi scienziati che negano che il vaccino sia utile (è un virus influenzale, potrebbe mutare troppo frequentemente: meglio puntare a una cura) e chi afferma che il virus scomparirà naturalmente, come è successo per l’Influenza Spagnola. 

In nessun caso gli scienziati sono certi delle proprie affermazioni, anche perché nella scienza ogni certezza è valida fino a prova contraria.  

Tutte le opinioni però concordano su un punto: una soluzione si troverà, magari anche in tempi brevi. Migliaia - se non milioni - di ricercatori in tutto il mondo stanno lavorando ed esplorando innumerevoli strade. Stiamo assistendo alla mobilitazione sanitaria più grande della storia. Che sia un trattamento per la profilassi, una cura definitiva o un vaccino, tutti concordano sul fatto che difficilmente l’epidemia resterà senza una risposta efficace. 

Economia

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C’è chi dice che il Covid-19 porterà a una crisi economica di proporzioni bibliche, e chi invece immagina un domani in cui questo periodo sarà visto come “il momento della rinascita per l’economia globale”. A metà fra queste due posizioni antitetiche si posizionano affermazioni del tipo: “Il domani sarà un disastro, ma almeno avremo dato una bella spinta alla digitalizzazione”, o: “Sì, rinasceremo per poi morire soffocati dal nostro enorme debito pubblico”. 

Anche in questo caso nessuno può fornire una risposta definitiva. L’unica cosa da tenere in considerazione - quando si parla di crisi economiche - è il potere che la speranza può esercitare sulla stessa. Il circolo vizioso della contrazione della domanda scaturisce dalla convinzione, reale o no, che si stia vivendo in un momento di crisi. L’unico modo per evitare conseguenze catastrofiche, e sperare in una reale rinascita, è continuare a nutrire la fiducia delle persone e delle imprese. Oggi lo stato ha la possibilità di investire e di sforare i limiti di bilancio; è un’occasione unica da non sprecare. 

I nuovi equilibri

Per chi si professa sovranista, la pandemia di Covid-19 sarà l’occasione perfetta per chiedere uno stato maggiormente indipendente. Chi invece crede nel valore di una maggiore cooperazione internazionale, è fiducioso che in futuro questa esperienza darà alle persone la consapevolezza che, come umanità, siamo tutti nella stessa barca. 

In entrambi i casi, vivremo nei prossimi anni una trasformazione considerevole: non possiamo immaginare che i rapporti di forza e di valore fra le nazioni possano rimanere gli stessi. Una nuova normalità che vivremo uniti o divisi: sicuramente non più nel limbo che stiamo vivendo oggi

La tecnologia nell'era del Covid-19

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In questo periodo la tecnologia è protagonista assoluta sia del tempo libero, sia del lavoro.

Continuerà a essere così centrale anche in futuro, quando tutto sarà finito? Alcuni dicono che non potremo più farne a meno: lo smart working diventerà elemento fondamentale delle nostre vite. In generale saremo più restii ad uscire di casa, preferendo rimanere sul divano a guardare la nostra serie preferita su Netflix. 

Altri invece affermano che nei prossimi mesi proveremo un’avversione per tutti gli strumenti che eravamo soliti utilizzare in quarantena, e per questo motivo finiremo per ri-apprezzare il valore della corporeità e del contatto fisico con le altre persone. 

In generale, il futuro probabilmente ci insegnerà a trovare un equilibrio tra fisico e digitale. Manterremo le buone abitudini virtuali che abbiamo scoperto in questo periodo, e rifiuteremo quelle che abbiamo scoperto essere inutili e dannose

PMI o grandi player internazionali? 

La prossima crisi economica ha il potere di rivoluzionare i rapporti di forza tra i player economici italiani. 

Già prima i grandi soggetti internazionali, come Amazon o Zalando, stavano mettendo in crisi il tessuto economico tradizionale italiano, obbligando alla chiusura numerose piccole realtà. Oggi questa tendenza sembra ancora più palese. Questa situazione si acuirà o assisteremo a un’inversione di marcia? 

È una domanda di difficile risposta. Se questa situazione critica spingerà le PMI a rinnovarsi, allora probabilmente assisteremo a una rivoluzione favorevole alle piccole realtà. Se ciò non avverrà, i player internazionali continueranno a erodere quote di mercato. 

Solo una cosa è certa: il destino delle PMI italiane è nelle mani dei loro imprenditori. Se questi saranno in grado di rinnovarsi e di approfittare della situazione che si è venuta a creare, allora la nuova normalità non potrà che sorridergli. 

Lavoro

Il mondo del lavoro sarà nomade? Torneremo mai a lavorare in ufficio come prima? A queste domande dovrebbe essere abbastanza facile rispondere, perché giungeremo a una soluzione già nel breve periodo.

La tendenza che sembra evidenziarsi è quella di continuare a prediligere il lavoro da casa; per questo motivo difficilmente torneremo alla situazione da cui siamo partiti. Nei limiti del possibile verrà data la possibilità di scegliere dove lavorare alla singola persona: sicuramente questa sarà una delle conseguenze più positive (e sicure) della pandemia. 

La Mobilità post Covid-19

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Il bonus per la micro mobilità sostenibile che il governo intende elargire ai cittadini delinea il possibile futuro dei trasporti. Meno macchine, più piste ciclabili e marciapiedi più larghi. L’automobile privata guadagnerà sì una nuova centralità, ma sarà strettamente legata alle figure dei lavoratori pendolari. 

Questi arriveranno ai parcheggi alle porte delle città, prenderanno la bicicletta dal bagagliaio e si dirigeranno verso il centro. 

O almeno questo è quello che immaginano i nostri legislatori

Il futuro sotto questo punto di vista è nebuloso; c’è il rischio che le persone decidano di andare in ufficio con la propria vettura privata. Esiste quindi il pericolo di rendere inutili tutte le vittorie ecologiste raggiunte (con difficoltà) in questi anni. 

Una nuova normalità

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Infine vorremmo concludere con una riflessione sul significato di “nuova normalità”. 

È un concetto sintesi di tutti quegli elementi di cui abbiamo trattato sopra. 

Come cambierà il nostro stile di vita nei mesi a venire? Come ci porremo alla “normalità” quando tutto questo sarà finito? Queste sono domande destinate a rimanere senza risposta a lungo. Solo con gli occhi della consapevolezza, passato del tempo, potremo guardarci indietro e riconoscere come la pandemia è riuscita a distruggere e ricostruire le nostre abitudini quotidiane

Tutti però concordano su un fatto: la nostra vita non sarà più la stessa. Già oggi sappiamo dentro di noi di essere cambiati profondamente. Solo più avanti sapremo come questo nostro cambiamento interno, questa nostra "nuova normalità", influirà sul contesto generale.

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