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Quali risposte e aiuti può offrire il Crisis Management? Quali vantaggi può portare l'applicazione dell'Intelligenza Artificiale al suo interno? Scopriamolo insieme.

Cyberattacchi, reputazione e Crisis Management

In un mondo sempre più dinamico, tecnologico, globalizzato, responsabile e sensibile rispetto a molte tematiche, le situazioni di crisi potenziali o reali in cui le aziende possono imbattersi sono in costante aumento.

Basti pensare al tema dei cyberattacchi, che negli ultimi anni si sono moltiplicati in ogni settore, dal pubblico al privato, mettendo a serio rischio dati sensibili e sistemi informatici, mettendo a repentaglio il ritorno d'immagine di brand: una vera e propria "crisi nella crisi", esacerbata dalla pervasività dei mass media e dei social network nella vita di tutti i giorni.

Riuscire a prevedere e risolvere le problematiche che via via possono intaccare la tua brand reputation è essenziale. Se ti prepari per tempo e se sei riuscito a sviluppare le giuste competenze all’interno della tua azienda, hai le giuste skills per affrontare ogni situazione. 

Se invece anche i piccoli problemi ti mettono in difficoltà condizionando il tuo operato, allora il tuo business rischia di finire a gambe all'aria alla prima situazione di crisi, interna o esterna che sia.

Dopotutto, ricordando l’ammonimento di Ian Mitroff, forse il più importante esperto di crisis management,

“non ci si deve chiedere più se un evento critico si verificherà, bensì quando, dove e con quali conseguenze”.

La ricerca di Deloitte sul Crisis Management

Nel 2018 Deloitte ha condotto un’innovativa ricerca riguardo alla percezione di manager ed esperti di settore sul tema nel crisis management. I risultati sono stati sorprendenti sotto molti punti di vista. 

Ciò che è balzato agli occhi degli esaminatori è stata una generale self confidence dei manager, che molte volte ritengono la propria azienda pronta a sostenere un evento inaspettato e pericoloso, quando in realtà non hanno dati empirici su cui basarsi. 

Per fare un esempio, l’88% degli intervistati ha affermato di essere in grado di affrontare uno scandalo aziendale, quando in realtà solo il 17% lo ha vissuto in prima persona, nella realtà o grazie ad una simulazione. D'altronde, sperimentando e provando sulla propria pelle situazioni di crisi, la percezione dei dirigenti cambia considerevolmente.

La ricerca ha infatti evidenziato che, tra coloro i quali nei due anni precedenti avevano sperimentato una situazione aziendale drammatica, la necessità di investire in prevenzione e formazione risultava considerevolmente più alta rispetto alle priorità evidenziate dai colleghi ancora senza crisi sulle spalle.

Quindi, come è giusto comportarsi?

Preparandosi per tempo. Per prima cosa, è assolutamente necessario stendere una lista dei possibili problemi in cui potrebbe incappare l’azienda. 

Redigere una valutazione dei rischi coerente è il primo passo per non farsi trovare impreparati.

Successivamente va nominata e organizzata una task force che sia responsabile in caso di crisi. È uso comune coinvolgere i soggetti che si occupano delle pubbliche relazioni e del rapporto con i consumatori, i vertici dell’azienda, che dovranno essere i soggetti con cui si relazioneranno media e istituzioni, oltre all’ufficio legale, per spiegare e dipanare ogni questione giuridica.

Essenziale è anche programmare simulazioni di crisi, in base alla valutazione di rischio redatta precedentemente. L’esperienza è l’unico strumento utile per affrontare una crisi nel miglior modo possibile, ma è anche la lente d’ingrandimento sulle debolezze aziendali. 

Si dice che quando una persona si trova in una situazione di pericolo, questa mostra la sua vera natura. Per le aziende funziona allo stesso modo. Non bisogna mai sottovalutare il potere che una simulazione ha per la crescita e la consapevolezza di dipendenti e dirigenti. 

Crisis Management: gli strumenti principali

Uno strumento indispesnabile è In Case of Crisis by RockDove Solutions, proposta come app utilizzabile dai quadri aziendali. Questo strumento si ripromette di aiutare le aziende ad affrontare situazioni di crisi attraverso strumenti come protocolli operativi, sistemi di messaggistica intra-app tra responsabili, notifiche personalizzate e report delle attività messe in campo.

La domanda però è un’altra: si può fare di più?

A riguardo, è interessante partire dalla famosa definizione che Timothy Coombs, Associate Professor in Communication Studies at Eastern Illinois University, diede di crisi aziendale.

“Una crisi è la percezione di un evento non prevedibile che mette in pericolo le aspettative degli stakeholder e che può seriamente compromettere la capacità operativa di un’organizzazione con conseguenze negative”

Due sono i passaggi essenziali: “non prevedibile” e “compromettere la capacità operativa”. Cercheremo di individuare ora quali soluzioni, basate sull’Intelligenza Artificiale, renderebbero questa definizione obsoleta.

Crisis Management e Intelligenza Artificiale

Partiamo dalla caratteristica di non prevedibilità che contraddistingue una situazione di crisi.

Abbiamo già visto, come sottolineato dal report di Deloitte, che grazie a simulazioni e formazione, uniti a una valutazione dei rischi affidabile e personalizzata sulle esigenze della singola azienda, la possibilità di prevedere situazioni rischiose cresce considerevolmente. 

Passiamo dalla teoria alla pratica, parlando di strumenti potenziati dall'Intelligenza Artificiale, in grado di aiutare i responsabili nella valutazione dei rischi: quella che solo qualche anno fa sembrava una mera ipotesi ora può diventare realtà, grazie ai passi da gigante compiuti da questa tecnologia nel corso degli ultimi mesi.

Entriamo dunque nello specifico delle funzionalità a cui l'Intelligenza Artificiale assolve prima, durante e dopo una situazione di crisi aziendale.

Insight aggiornati

Alla base dei sistemi potenziati da AI si trovano i dati, anzi i Big Data. I sistemi enterprise di ultima generazione sono in grado di rielaborare per ogni impresa una mole significativa di insight in continuo aggiornamento, che includono ma non si limitano a:

  • Dimensioni dell’azienda: "peso specifico" dell'organizzazione nel segmento di mercato di appartenenza;
  • Sede e posizione geografica: località fisiche e virtuali che ospitano i dati e normative locali da rispettare;
  • Operazioni interne: gestione delle risorse umane, produzione e catena di approvvigionamento;
  • Fattori di influenza esterni: tendenze economiche, sociali e politiche che possono influenzare l'operato;
  • Proprietà intellettuali: brevetti, diritti d'autore e marchi registrati dall'azienda;
  • Tendenze di mercato: comportamenti e preferenze dei consumatori;
  • Feedback dei clienti: aree di criticità e miglioramento di prodotti e servizi.

L'integrazione con l'Intelligenza Artificiale permette di analizzare e interpretare questi dati in maniera più profonda e rapida, offrendo soluzioni personalizzate per ogni esigenza aziendale.

Tuttavia, è essenziale che questi sistemi garantiscano sempre il rispetto degli standard di privacy, assicurando che le informazioni sensibili rimangano protette e confidenziali.

Formazione e simulazioni

Valutiamo ora l'integrazione con un Large Language Model come GPT-4, l'ormai celebre LLM di OpenAI alla base di ChatGPT.

Forniamo all'AI generativa informazioni precise riguardo all'azienda e prompt su misura rispetto all'obiettivo che vogliamo raggiungere: al termine della nostra conversazione, saremo riusciti a ottenere linee guida per la costruzione di programmi di formazione ad hoc per i singoli responsabili.

La formazione si baserà su situazioni e implicazioni plausibili, su base anche probabilistica, e collegherà autonomamente domande a comportamenti da adottare e best practices in linea con il settore di appartenenza e i principi di etica aziendale definiti a monte.

Inoltre, l'AI può simulare una situazione di crisi vera e propria, coinvolgendo tutti i responsabili, misurando tempi di reazione e efficacia di scelte e operazioni.

Un passo ulteriore può essere l'integrazione dell'API di ChatGPT all'interno di piattaforme proprietarie, in grado di attingere a dati riservati per tenere come termine di confronto le crisi passate e valutarne l'esito. 

Alert

Riguardo al problema della compromissione delle capacità operative aziendali, l'utilità dell'AI consiste nel facilitare la comunicazione fra tutti i membri della task force e nel tenere sotto controllo i parametri di crisi. 

Andando più nello specifico, nel momento in cui è certo che una crisi sia in atto, chi ne è a conoscenza può arricchire l'alert, oltre che con le informazioni contestuali, con gli insight più importanti già raccolti dalle piattaforme potenziate da Intelligenza Artificiale, oppure automatizzare l'invio stesso dell'alert.

Attingendo a questi dati, una volta inserite le informazioni su stato, tipo e caratteristiche della situazione di crisi, l'Intelligenza Artificiale aiuta dunque a prevederne lo sviluppo, immaginando soluzioni ad hoc per riuscire ad affrontarla.

Sentiment Analysis

La crisi ormai è risolta, ma qualcosa sembra essere trapelato all'esterno? Meglio restare in ascolto!

Nell'ambito delle Digital PR, la Sentiment Analysis è essenziale per dare un senso al "rumore di fondo" delle conversazioni su Internet e rilevare automaticamente, con un grado sempre maggiore di affidabilità, le emozioni che si celano dietro un testo.

Il Natural Language Processing (NLP) è una branca dell'Intelligenza Artificiale che permette di assolvere a questo compito: le reti neurali alla base delle piattaforme più avanzate di Sentiment Analysis sono addestrate su un database di milioni di testi e affiancate da un sistema di moderazione manuale per un continuo perfezionamento.

Il sentiment può essere analizzato a diversi livelli, per identificare opinioni positive o negative e quantificare il grado di positività o negatività. In questo modo potrai scoprire e tenere monitorato l'atteggiamento dei consumatori, dei media e degli esperti nei confronti della tua impresa.

Conclusioni

Grazie a queste nuove opportunità tecnologiche, si riducono significativamente i rischi di vedere compromessa l’operatività e la reputazione aziendale.

L’Intelligenza Artificiale è inoltre per natura in grado di imparare dagli errori propri e altrui, migliorando costantemente la propria efficienza e limitando sempre di più le conseguenze sfavorevoli delle situazioni di crisi.

In definitiva, le possibilità di migliorarsi ancora rispetto al crisis management esistono e vanno perseguite. Perché prevedere una crisi e limitarne i danni è una questione che riguarda la vita e il lavoro di migliaia e migliaia di lavoratori e cittadini.

Al di là dei trend, infatti, l’Intelligenza Artificiale serve proprio a questo: ad aiutare noi uomini a vivere meglio e in sicurezza.

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Verso l'omnicanalità

Mai come oggi il cliente richiede di essere ascoltato.

Le ultime statistiche sulla Customer Experience parlano chiaro: le aziende che attuano politiche di customer centricity sono più redditizie del 60%, mentre più di due consumatori su tre sono disposti a pagare di più per servizi in grado di venire incontro alle proprie esigenze.

In Neosperience ci occupiamo da anni di Digital Customer Experience: abbiamo vissuto molteplici cambiamenti nelle tendenze, nell’interazione tra brand e consumatori e nel modo di vivere l’esperienza cliente. Durante tutto questo tempo abbiamo sostenuto l’importanza per le aziende di costruire e mantenere una solida presenza online.

Per un’azienda, tuttavia, essere presente con i propri prodotti e servizi su diversi touchpoint non è più sufficiente: a fronte di una Customer Journey complessa e frammentaria, è tempo di evolvere la Digital Customer Experience passando dalla semplice multicanalità all’omnicanalità.

Cos’è l’omnicanalità e perché è importante metterla in pratica? Quali sono i processi e le tecnologie in grado di abilitarla e quale ruolo gioca in questo nuovo ecosistema l’Intelligenza Artificiale? Scopriamolo insieme.

 

Stuck in the (messy) middle

In un contesto di transizione digitale sempre più accelerata, dove il mondo fisico e il mondo digitale sono ormai inestricabilmente connessi, i consumatori si aspettano di vivere esperienze d’acquisto sempre più fluide, personalizzate, coerenti e sinergiche.

D’altro canto, la Buyer’s Journey non è mai stata così frammentata. La digitalizzazione da un lato, e lo scenario di forte instabilità sociale ed economica dall’altro, hanno contribuito alla disgregazione del funnel di vendita in una fase centrale complessa, ribattezzata nel lessico del marketing proprio come “messy middle”.

Un recente report di Think With Google ha analizzato il “messy middle”, cercando di carpirne la parte più complessa, ovvero il modo in cui gli acquirenti elaborano le informazioni che scoprono lungo il percorso: un processo tanto delicato quanto fondamentale nell’influenzare le decisioni di acquisto.

Nell’analisi di Google, sono due i due principali meccanismi mentali che il consumatore attua mentre cerca informazioni su un prodotto o servizio:

  • Esplorazione: un’attività espansiva, dove esplora diverse opzioni d’acquisto;
  • Valutazione: un’attività riduttiva di classificazione e confronto delle possibili scelte.

In aggiunta a ciò intervengono ovviamente innumerevoli pregiudizi cognitivi e sociali, che modellano il comportamento d'acquisto dei futuri consumatori e influenzano il motivo per cui scelgono un prodotto piuttosto che un altro.

In questo scenario più che mai complesso, imparare a trattenere l’attenzione del potenziale consumatore nel “messy middle” su più punti di contatto, sia fisici sia digitali, è la chiave per il successo di un brand nello scenario attuale, anche e soprattutto in Italia.

 

Il multiverso dell’omnicanalità

Prima di proseguire, è bene rendere chiara la distinzione tra i termini “multicanalità” e “omnicanalità”.

Una strategia di vendita multicanale presuppone che le aziende esplorino diversi canali di contatto (touchpoint) con i clienti, ottimizzandone singolarmente la gestione e le performance.

L’omnicanalità, come approfondiremo in seguito, prevede invece una sinergia tra processi e tecnologie per la costruzione di una relazione personalizzata e coerente con il potenziale cliente durante l’intera Buyer’s Journey.

Un parallelismo efficace per comprendere al meglio il concetto di omnicanalità è quello con l’industria dei mass media.

La multimedialità prevede la compresenza di più mezzi di comunicazione su un singolo supporto, con il fine di raccontare un’unica storia e veicolare un unico messaggio, coinvolgendo nel fruitore diversi spunti sensoriali.

La multimedialità ha assunto un ruolo di primo piano fin dalla nascita del World Wide Web, per natura frutto di una combinazione tra contenuti audio e video collegati tra di loro tramite hyperlink.

Negli ultimi anni si parla tuttavia sempre di più di crossmedialità e transmedialità, al centro delle scelte dei franchise protagonisti della cultura popolare di oggi.

Nel dettaglio, la crossmedialità identifica una storia adattata su più supporti mediali, mentre la transmedialità presuppone l’esistenza di “multiversi” che creano un’unica esperienza di intrattenimento coordinata.

Immersi in quella che lo studioso Henry Jenkins definisce “cultura convergente”, un panorama in cui le storie si dipanano e si incontrano tra schermi, pagine di carta e joystick di console, ci aspettiamo esperienze totalizzanti e immersive – tanto nel tempo libero, quanto negli acquisti.

 

Essere multicanale non basta!

Torniamo ora al mondo del commercio: complice la battuta d’arresto alle esperienze d’acquisto tradizionali causata dalla pandemia, nel corso degli ultimi anni le aziende italiane hanno dedicato sempre più risorse alla costruzione di una strategia di vendita multicanale.

In base a una recente ricerca dell’Osservatorio Omnichannel Customer Experience del Politecnico di Milano, il 60% delle esperienze multicanale non soddisfa le aspettative dei clienti.

I dati restituiscono uno scenario acerbo: tanto nel settore B2C quanto nel settore B2B, sono ancora poche le aziende che sono andate oltre alla semplice multicanalità, implementando tecnologie in grado di abilitare un sistema interconnesso di comunicazione tra i touchpoint aziendali.

Sia a livello mondiale sia nazionale, sicuramente le acque si stanno smuovendo, complici gli anni di pandemia che abbiamo alle spalle e la conseguente spinta verso la transizione digitale.

Ben il 76% delle aziende, in base a un report di Zendesk, dichiara per esempio di aver aumentato gli investimenti per offrire canali di assistenza diversificati ai clienti.

D’altro canto, in base a quanto rilevato dall’Osservatorio, solo il 33% delle aziende italiane arriva a possedere una conoscenza completa dei dati sul cliente (Single Customer View), che integra le informazioni di contatto del cliente con dati comportamentali e feedback.

Poco più di un’azienda su 4, dato ancora più allarmante, ha adottato strumenti evoluti di Customer Relationship Management (CRM).

Nel complesso, a fronte di un interesse di più di due terzi delle aziende italiane al tema della Digital Customer Experience, solo il 6% delle medie e grandi imprese ha adottato un approccio realmente avanzato a una Customer Experience omnicanale.

 

Omnicanalità e Digital Customer Experience

La customer experience omnicanale valorizza i dati dei clienti raccolti su più touchpoint, li integra tra loro per ottenere una vista unica e iper-personalizzata e favorisce la condivisione delle informazioni ottenute tra i vari dipartimenti aziendali.

L’omnicanalità prevede una sinergia tra processi e tecnologie che attraversa senza soluzione di continuità tutti i touchpoint, indipendentemente dalla loro natura:

  • Digitali – Siti web ed e-commerce, social media, applicazioni mobili, piattaforme di Digital Advertising, e-mail;
  • Fisici – Negozi e punti vendita, eventi e fiere, cataloghi cartacei e brochure, workshop e incontri, canali di vendita diretta;
  • IbridiConfiguratori di prodotto, Click-and-collect, display interattivi in-store, campagne Digital-out-of-Home, servizio di assistenza clienti.

In un contesto omnicanale il dato è l’elemento cruciale. Le tecnologie a supporto di un percorso omnicanale raccolgono, analizzano e trattano grandi quantità di dati sul cliente in ogni fase della Customer Experience.

Customer Experience e omnicanalità

1) Raccolta

Obiettivo: Integrazione tra i tutti i dati a disposizione dell'azienda, sia interni sia esterni;
Tecnologia: Customer Relationship Management Data Hub, piattaforma che integra e armonizza i dati provenienti da più fonti e touchpoint.

2) Analisi

Obiettivo: elaborazione, tramite modelli e algoritmi, di insight sul consumatore;
Tecnologia: strumenti di Analytics in grado di estrarre valore da dati complessi, di differente provenienza e formato.

3) Attivazione

Obiettivo: utilizzo degli insight ottenuti in fase di analisi nelle funzioni aziendali di comunicazione, marketing e vendita;
Tecnologia: tool di Marketing Automation che supportano l’azienda nella definizione e nella gestione dell’interazione con i clienti.

4) Valutazione

Obiettivo: miglioramento della Customer Experience grazie all’ascolto continuo;
Tecnologia: piattaforme di Voice of Customer, in grado di ottimizzare nel corso del tempo la comunicazione tra l’azienda e il cliente.

 

Intelligenza Artificiale e omnicanalità

Investire nell’implementazione di tecnologie e processi interconnessi per dare valore ai dati aziendali ripaga, sia in termini di accrescimento della customer base, sia di fidelizzazione dei clienti già esistenti.

A questo proposito, come bene sappiamo in Neosperience, l’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo fondamentale. Abbiamo dunque selezionato due scenari esemplificativi di inserimento dell’AI in una Customer Experience omnicanale.

1) Chatbot di nuova generazione

I chatbot potenziati da Large Language Model come GPT-4 di OpenAI possono essere utilizzati per migliorare la gestione del servizio clienti.

Un chatbot opportunamente addestrato può fornire risposte tempestive su siti web, applicazioni o social media e gestire richieste di routine, aumentando l'efficienza del servizio clienti, riducendo il tempo di risposta e liberando il personale per compiti più complessi.

Inoltre, grazie all'analisi dei dati raccolti, i chatbot potenziati da AI possono fornire intuizioni preziose per migliorare ulteriormente l'esperienza del cliente e la strategia di marketing.

2) Configuratori di prodotto potenziati da AI

I configuratori di prodotto potenziati da AI, come il nostro Declaro, permettono ai clienti di personalizzare i prodotti secondo le proprie esigenze e preferenze, offrendo suggerimenti basati su algoritmi di machine learning.

I configuratori di prodotto si integrano inoltre con la suite di software enterprise, dal CRM alla gestione delle scorte a magazzino, per una sinergia completa tra la componente logistica, la promozione e la vendita del prodotto.

In questo modo è possibile migliorare sensibilmente la customer experience, aumentando la soddisfazione e le possibilità di fidelizzazione del pubblico, per restare sempre un passo avanti.

 

Conclusione: abilitare l’omnicanalità con Neosperience Cloud

Anche le piccole e medie imprese possono intraprendere la strada verso una Customer Experience omnicanale, grazie al supporto di piattaforme applicative modulari e scalabili come Neosperience Cloud.

La nostra soluzione omnicanale combina le migliori competenze nell’Intelligenza Artificiale e nelle tecnologie cloud con la nostra esperienza e creatività.

Sfruttiamo le tecnologie più all’avanguardia e il know-how costruito nel corso degli anni per portare a termine la nostra missione: guidare l’evoluzione della strategia aziendale e il go-to-market delle imprese, mettendo sempre il cliente al centro delle priorità aziendali.

Fare affidamento a una suite di soluzioni integrate by design e pienamente personalizzabili contribuisce a snellire il processo di transizione verso l’omnicanalità, aiutando così le aziende a definire e immettere sul mercato nuovi canali di acquisto e promozione.

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Neoslogos: il futuro digitale del patrimonio culturale

Persone in un ambiente museale blu

Quando abbiamo fondato Neosperience, avevamo ben chiaro che lo sviluppo della tecnologia non può essere svincolato dalla costruzione di un mondo migliore, dove gli utenti connessi non sono semplici punti di una rete, ma individui che sviluppano relazioni in modo creativo, proattivo, generativo. 

L'empatia è per noi quel potere che fa crescere la tecnologia all'interno della vita. Per questo, abbiamo creato un soggetto, interamente no profit, che si occupa proprio di progettare la crescita digitale all'interno di ampi orizzonti culturali: Neoslogos

In questo articolo affronteremo il complesso tema del rapporto tra cultura e digitalizzazione cercando di capire dove siamo, dove andiamo e come possiamo continuare a costruire un mondo che sia migliore tecnologicamente e umanamente. 

 

L'alba dell'homo digitalis

Negli anni '90, il colosso americano Starbucks dichiarò che la sua mission era diventare il "terzo luogo" familiare di ogni persona, quello che tutti avrebbero frequentato al pari di casa e ufficio. A distanza di pochi decenni, possiamo dire che è il digitale ad essere diventato il "terzo luogo" della nostra vita, considerato che trascorriamo ormai circa sette ore della propria giornata sul Web. 

Dunque, un terzo della nostra intera vita lo passiamo in uno spazio virtuale, fatto di "connessioni", in cui cerchiamo contenuti, informazioni, ispirazione, condividiamo esperienze, costruiamo relazioni. 

È indubbio che, osservandoci con gli occhi dell'etnologia, della sociologia e dell'antropologia culturale, l'homo sapiens vive l'alba di un'evoluzione frenetica, che lo sta mutando in quello che viene già identificato come homo digitalis. Questa creatura umana non ha ricordi di una vita pre-digitale, non è più in grado di sviluppare alcun aspetto della propria esistenza in ambienti e modalità analogiche, sta mutando le sue capacità di apprendere e memorizzare

In altre parole: l'homo digitalis sta sviluppando una sua cultura, caratterizzata da "valori, simboli, concezioni, credenze, modelli di comportamento, e attività materiali, che caratterizzano il modo di vita del suo gruppo sociale". 

Se l'antropologia ci racconta della faticosa e spesso conflittuale convivenza tra specie umane diverse, che per millenni hanno convissuto sullo stesso pianeta, cosa può succedere oggi, che ben due generazioni interamente digitali convivono con almeno quattro generazioni che hanno sviluppato la propria identità, singolare e sociale, in un mondo analogico? 

È chiaro che il problema del nostro tempo non è tecnologico, ma culturale

Stanza buia con scritte in sovraimpressione

Bioconservatori, cyborg e transumanisti

Il pensiero critico e la potenza creativa sono le capacità, tutte umane, di guardare un fenomeno e intuirne ogni possibile implicazione, da quelle etiche ed emotive fino agli scenari fisici e materiali. Gli esseri umani sviluppano la propria cultura sociale prima di tutto elaborando e condividendo scenari o, se preferite, idee di futuro

Con Neoslogos facciamo esattamente questo: lavoriamo per trasformare le intuizioni, le visioni e gli obiettivi in progetti, capaci di generare altre visioni e dunque altri progetti, e così via. Nel tempo che abitiamo, i progetti sono anche tecnologici, gli scenari anche virtuali e, in generale, ogni idea di futuro implica anche la dimensione digitale

Nonostante i rallentamenti e l'allarmismo, lo sviluppo tecnologico avanza inesorabile. Di fronte alla velocità delle macchine, è inutile pensare di tenere il passo, ma vale la pena chiedersi come possiamo guidarle; e, soprattutto, verso quale futuro vogliamo andare.

Con qualche licenza, possiamo dire che esistono tre grandi visioni dell'homo digitalis. 

La prima si limita a considerarlo un cyborg, ovvero un essere umano su cui la tecnologia innesta delle capacità che richiedono lo sviluppo di nuove competenze. È una visione molto pragmatica, che prende atto di una realtà innegabile e irreversibile. 

In questa prospettiva, l’innovazione tecnologica ha bisogno di essere guidata da una nuovo rinascimento culturale per stringere un'alleanza feconda e duratura tra conoscenza e competenza. 

A un estremo si colloca invece il transumanesimo, che vede l'essere umano come l'abbiamo conosciuto finora destinato a essere rimpiazzato da una creatura altamente performante ed efficiente, con parti intercambiabili e processi fisiologici totalmente presidiati. 

Troppo complesso per essere riassunto in poche righe, il transumanesimo arriva da lontano, investe l'etica, la filosofia, la medicina, perfino l'escatologia e sconfina spesso in una spiritualità in cui la fede nella tecnologia è indistinguibile da quella religiosa. D'altronde, alzi la mano chi non ha mai accarezzato, anche solo per pochi attimi, l'idea di poter superare ogni limite del corpo umano umano, dalla fatica, alla malattia alla morte. 

Infine, al lato opposto del ring, troviamo i bioconservatori, ovvero coloro che si impegnano per lo sviluppo di un'etica nuova, che ricordi agli esseri umani la loro relazione con il fragile ecosistema di cui sono parte, l'esistenza di limiti fisici e cognitivi; ma anche che puntualizza le differenze incolmabili tra macchine e persone, valorizzando la singolarità della vita e dei viventi contro la modellizzazione tecnologica e l'iteratività algoritmica. 

Ecco che, di fronte al futuro della tecnologia, il nostro sguardo si posa ostinatamente sugli essere umani, singoli e sociali: ancora una volta, il nostro problema è culturale

 

Digitale VS cultura o digitale per la cultura?

Il digitale ha aumentato la cultura o l'ha impoverita? Di sicuro, l'ha messa in crisi

L'essere umano ha sviluppato ciò che chiamiamo “cultura” prima di tutto attraverso l'esperienza. Non è un caso che l'etimologia stessa della parola derivi dal latino colĕre, ossia coltivare: alla base della conoscenza ci sono l'impegno, la dedizione, la competenza, la cura. 

La conoscenza "nutre", "getta semi" e "genera frutti", esattamente come l'agricoltura: è un nutrimento e una dimensione in cui le persone interagiscono e condividono, anche a garanzia delle generazioni che verranno. 

Anche nel digitale "coltiviamo" la nostra cultura: ci passiamo del tempo, acquisiamo competenze, sviluppiamo nuove modalità di interazione, studiamo, lavoriamo, scambiamo opinioni, costruiamo comunità unite da valori e credenze. E questo mentre continuiamo a coltivare la dimensione materiale (che noi tecnici chiamiamo fin troppo spesso analogica). 

Il mondo digitale non si è sostituito al mondo, piuttosto si è aggiunto: il nostro è un mondo in cui la realtà e l'esperienza possono essere "aumentate" dalla tecnologia. Di più però non vuol dire necessariamente migliore: bisogna che anche il digitale sappia "nutrire" e "generare frutti" a beneficio delle nuove generazioni. 

Ragazza con visore VR in piazza di spagna

Neoslogos: culture in progress

Questa è la nostra visione della cultura: qualcosa che si aggiunge alla realtà per far sì che l'esperienza sia migliorativa, più emozionante, più empatica, più profonda. La "cultura del digitale" è tutta da costruire, esattamente come il "digitale per la cultura". Il nostro punto di partenza è la curiosità, senza inutili pregiudizi, timori e stereotipi. 

Per questo, il claim scelto da Neoslogos è "Culture in progress": perché la cultura è la più dinamica tra le relazioni umane, in costante evoluzione, capace di immaginare un mondo in cui c'è spazio per piccoli passi e grandi domande, in cui la prima connessione da potenziare rimane, ora e sempre, quella tra le persone.

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Digital Transformation

La Digital Transformation è la tematica del momento. Se ne parla come di un processo necessario volto a rimodellare il proprio business e ridefinire il vantaggio competitivo delle aziende.

Ma cos’è realmente la Digital Transformation? Pochi ne conoscono la definizione e ne comprendono l’utilità.

Data la centralità di questo tema, è essenziale che l’Italia come ecosistema riesca ad affermarsi con successo. Al momento purtroppo il nostro paese risulta ancora il fanalino di coda in termini di Digital Transformation, competenze digitali e integrazione degli strumenti digitali alle strategie di business (Dati DESI 2020).

In questo articolo analizzeremo in profondità la Trasformazione Digitale, comprendendo che cosa sia, le ragioni per cui è imprescindibile, le aree di applicazione ed eventuali criticità che si possono incontrare lungo l’intero processo.

 

Che cos’è la Digital Transformation?

filo azzurro

La Digital Transformation è uno dei processi evolutivi e di crescita che caratterizza l’era di business moderna. La trasformazione digitale rappresenta lo strumento che ci fornisce la capacità di affrontare l'incertezza e rispondere rapidamente al cambiamento. Comporta un profondo cambiamento mutamento nell’identità e nelle attività dell’azienda, nei processi e nelle competenze, ma rappresenta anche un cambio di marcia e un incremento del vantaggio competitivo.

"La Digital Transformation va intesa come un treno che corre verso il futuro e che le aziende non possono più permettersi di perdere"

Si tratta di un fenomeno molto ampio che coinvolge tutti i tipi di istituti: la Pubblica Amministrazione, le PMI, le multinazionali e le aziende no-profit. Nessuna area aziendale è esentata da tale processo.

Lo sviluppo digitale comprende l’innovazione in ogni settore di un’impresa, quali marketing, ricerca e sviluppo, amministrazione e produzione. Ognuna di queste aree di competenza deve essere protesa all’innovazione, accogliendo cambiamenti radicali dei paradigmi ormai obsoleti.

Il risultato di questo processo è un'incessante tensione verso l’innovazione, che sfocia nella produzione di tecnologie e strumentazioni rivoluzionarie. Su tali tecnologie alcune aziende nate negli ultimi anni hanno basato il proprio successo e vantaggio competitivo.

Quindi sebbene oggi il potenziale della Digital Transformation non sia ancora stato pienamente compreso e apprezzato, un innegabile risultato raggiunto è l’aver rivelato scenari di business precedentemente inimmaginabili.

 

Perché Digital Transformation?

punto interrogativo digital

Sono svariate le ragioni che possono portare un manager a decidere di abbracciare un processo di Digital Transformation. Tra di esse, le più importanti sono:

  • Il desiderio di migliorare la user experience dei propri consumatori finali, che essi siano altre aziende o clienti finali;
  • Ottenere un sistema flessibile e agile che sia scalabile e adatto a qualunque tipo di sfida;
  • Innovare per crescere, rappresentando lo strumento anti-fragile che protegge l’impresa sul medio-lungo termine. 

Abbracciando la cultura della trasformazione digitale - e quindi adottando strumenti digitali innovativi - si ottengono vantaggi per tutti gli stakeholder.

Semplificare i processi di gestione del personale, condividere report e dati in tempo reale in tutte le funzioni, creare una connessione diretta a tutti i contenuti e alle risorse online: questi sono solo alcuni esempi di pratiche che possono essere applicate alle diverse aree di business. Ciò che è fondamentale è rendere flessibili gli strumenti di innovazione in modo che si prestino ad ogni utilizzo e ambiente.

Strumenti e strategie della trasformazione digitale

Occorre fare attenzione a un aspetto importante: non basta semplicemente acquisire degli strumenti digitali, ma è necessario integrarli nelle proprie strategie.

"Abbracciare la Digital Transformation significa adottare una nuova mentalità di criticismo costruttivo, orientata a ridefinire le proprie abitudini e mettersi in discussione"

Le aziende storicamente leader del settore che non hanno saputo riconoscere nell’innovazione tecnologica il futuro e non hanno avuto la mentalità giusta per accogliere il cambiamento, detengono ormai delle quote minime del mercato di riferimento o sono addirittura scomparse.

Parliamo ad esempio delle società di telefonia come Nokia e Motorola, oppure di giganti del settore della fotografia come Kodak.

Che cosa possiamo imparare dagli errori altrui? Che l’innovazione è un processo continuo e che non può essere interrotto.

Per evitare di finire come le imprese che alla terza industrializzazione non furono in grado di compensare il gap formatosi con i propri concorrenti, ignorando il potenziale delle nuove tecnologie e dei nuovi business model, è necessario includere la Digital Transformation nelle proprie strategie di crescita per evitare di ampliare il gap formatosi con l’industrializzazione 4.0. 

 

Le basi della Digital Transformation

la strada per la trasformazione digitale

Chiaramente, la vision a supporto di un processo di cambiamento, come quello innescato dalla Digital Transformation, non può che essere indicata dai CEO, che devono farsi promotori interni all’azienda abilitando le figure chiave in direzione di un nuovo percorso.

Quali sono i pilastri che reggono la Digital Transformation? Ne abbiamo individuati cinque:

  • Mindset

Non solo i manager, ma tutti i collaboratori dovrebbero adottare il mindset necessario per poter approcciare un processo delicato come quello della trasformazione digitale. La mentalità dovrebbe  essere aperta all’ascolto, pronta a mettersi in discussione, flessibile a sufficienza da imparare dai propri errori. 

  • Empatia

Parliamo di quello che dovrebbe essere l’obiettivo finale dello sviluppo tecnologico e il risultato cui dovrebbe tendere la Digital Transformation. La tecnologia degli ultimi anni è nata a supporto delle attività umane finendo in taluni casi paradossalmente per alienare dalla realtà e dai rapporti umani il suo stesso creatore. I nuovi processi tecnologici invece spingono le aziende in una direzione dove la tecnologia supporta l’uomo ad essere sempre più umano. Questo è l’obiettivo che sta più a cuore al gruppo Neosperience: desideriamo un mondo dove il digitale permetta di veicolare emozioni e sentimenti. 

  • Customer Experience

La Digital Transformation deve avere un impatto su tutti gli stakeholders dell’azienda, a partire dai clienti. Il vantaggio deve essere percepibile e concreto, deve portare ad una maggiore continuità di servizio, offrendo un’esperienza ottimale. Non dobbiamo dimenticare che gli standard richiesti dai clienti sono sempre più elevati e non sono raggiungibili senza gli strumenti tecnologici a supporto. La customer centricity non può che essere uno degli capisaldi di un processo di Digital Transformation.

  • Coinvolgere le persone

Come detto precedentemente, la Digital Transformation è un processo che deve coinvolgere tutta l’impresa e che riguarda ogni suo membro. Bisogna condividere una roadmap e una mentalità improntata al cambiamento. Diventa quindi necessario che la cultura del cambiamento sia condivisa in tutta l’impresa. In questo modo diviene possibile per tutti assecondare e supportare la transizione, comprendendo a fondo la sua ragion d’essere.

  • Innovare ma rimanendo coerenti con se stessi

La parola d’ordine della Digital Transformation è cambiamento. Non si tratta tuttavia di un cambiamento di identità: la Digital Transformation comporta la capacità di sapersi innovare senza dimenticare le proprie origini e la propria mission originaria

 

I numeri della Digital Transformation

Il Covid-19 ha ribaltato molte previsioni fatte negli scorsi anni, ma i dati più recenti ci parlano comunque di una crescita positiva. Prima di fare fronte al virus, il World Economic Forum stimava che la Digital Transformation avrebbe contribuito all’economia globale con una crescita di 100$ trilioni entro il 2025.

In realtà la pandemia ha evidenziato la necessità delle aziende di aumentare la propria efficienza operativa e migliorare l'esperienza del cliente. Si tratta infatti di fattori decisivi che influenzano il destino dell’azienda in un momento di difficoltà economica come quella che si troveranno a fronteggiare nel futuro prossimo.

 

Figure chiave della Digital Transformation

figure della Digital Transformation

La definizione di Digital Transformation ha sicuramente un core tecnologico, tuttavia il fattore umano ne costituisce la chiave di volta. Esso infatti è ciò che dà la spinta al cambiamento e in caso dovesse venire a mancare, qualsiasi processo di trasformazione ne subirebbe certamente delle conseguenze negative.

In questo scenario, l’attore più rilevante è certamente il CEO, il quale ha la responsabilità di tratteggiare cultura aziendale e mission affinché l’organizzazione sia costellata di figure professionali ben definite e desiderose di aiutarlo nel processo di cambiamento. 

Il CEO dovrà essere affiancato da altre figure, le cui principali sono: il CIO, il CDO, il CTO e il CFO.

  • Chief Innovation Officer (CIO)

Ha il compito di portare nella propria organizzazione la spinta al cambiamento necessaria alla trasformazione digitale.

  • Chief Digital Officer (CDO)

È una figura caratterizzata da competenze nell’area della comunicazione e del marketing e nell’area dell’innovazione di prodotti o servizi.

  • Chief Technology Officer (CTO)

È un professionista esperto di tecnologia e digital che suggerisce al direttivo le implementazioni tecnologiche che possono migliorare la produttività aziendale.

Nonostante non sia tra le prime figure alle quali si pensa parlando di Digital Transformation, il Chief Financial Officer (CFO) ha un ruolo cruciale nelle strategie di business, che devono essere sempre più guidate dall’analisi e dall’interpretazione di dati.

 

Aree di applicazione della Digital Transformation

fibra ottica digital

Come anticipato nei paragrafi precedenti, la Digital Transformation è un processo di cambiamento che interessa ogni area di un’azienda e ogni tipo di settore. 

Le aree dove è possibile, se non necessario, abbracciare la Trasformazione Digitale sono molteplici : 

  • Entertainment

Il business dell’intrattenimento è stato particolarmente interessato dalla trasformazione digitale. Vedendo la domanda mutare, molti player hanno sentito la necessità di modificare i contenuti che offrivano e le relative modalità di fruizione.

Alla base dell’innovazione digitale del settore si possono individuare diversi strumenti (per esempio la tecnologia cloud computing) che hanno permesso l’innovazione di prodotto portando al successo alcune startup, come Netflix e Spotify.

  • Fashion & beauty

Il settore della moda e delle bellezza ha visto il suo cliente tipico imparare ad utilizzare canali diversi per conoscere, visionare e acquistare i prodotti.

Questa multi-canalità ha portato le aziende a dover presidiare più touchpoint, sia offline che online. Le aziende che non hanno saputo interpretare la Digital Transformation sono state messe a dura prova durante il periodo del Covid-19 , dove tutti gli strumenti classici in loro possesso si sono rivelati non adeguati al cambiamento dell’ambiente esterno. Il periodo caratterizzato dalla pandemia ha conferito una centralità indiscussa al digital commerce.

La Digital Transformation ha inoltre cambiato la brand experience. Le aziende non si limitano a vendere i loro singoli prodotti, ma desiderano coinvolgere i propri clienti aumentando il loro grado di fedeltà verso il brand. Un modo per farlo consiste nel proporre esperienze di intrattenimento vere e proprie attraverso una comunicazione non convenzionale.

  • Consumer goods & retail

Come il settore della moda, anche le aziende che vendono prodotti di largo consumo hanno adottato una struttura omnichannel per poter gestire al meglio il cliente in tutte le fasi della sua esperienza di acquisto.

Il processo di Digital Transformation ha apportato grandi innovazioni nel settore, come la vendita dei propri prodotti online con l’utilizzo di e-commerce di proprietà e la presentazione originale di prodotti e servizi. Una comunicazione efficace riesce a  trasmettere l’unicità del prodotto, senza i limiti dello store fisico. 

  • Financial services

Anche il settore del banking e dei servizi finanziari ha dovuto affrontare la sfida della Digital Transformation. La nuova sfida emersa è stata riuscire a conoscere il proprio cliente, il quale è in cerca di un servizio o un prodotto più conforme alle proprie esigenze specifiche.

L’innovazione è possibile in seguito a una profonda comprensione dei bisogni dei propri clienti. La Digital Transformation a tal proposito ha offerto alle aziende degli strumenti rivoluzionari per conoscere in maniera più approfondita i propri clienti e per personalizzare i propri prodotti e servizi

  • Automotive

Negli ultimi anni la Digital Transformation ha impattato sul settore automobilistico, stravolgendo il mercato e il settore di riferimento. Sono nati nuovi modelli di business come il car-sharing, la cui efficienza è strutturata sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale e IoT.

Le aziende hanno compreso di dover modificare il modo in cui si è soliti entrare in contatto con i propri clienti, realizzando touchpoint digitali ad hoc, e-commerce per la vendita e configuratori di prodotto online.

  • Industry & services

Il settore dell’industria e dei servizi ha trovato nuova linfa nella Ricerca e Sviluppo. Le tecnologie innovative, integrate ai prodotti e ai servizi dell’industry, hanno reso l’esperienza d’uso più efficace ed efficiente: l’intelligenza artificiale è stata la tecnologia più disruptive in questo senso: ha permesso per esempio di sviluppare programmi di manutenzione smart

  • Healthcare

Infine, anche in un settore molto complesso come quello medico e della salute la Digital Transformation ha apportato grandi cambiamenti, al fine di offrire delle nuove esperienze d’uso che si sviluppano attorno alla figura del paziente, coinvolgendolo.

Diverse tecnologie sono state implementate nel settore e con differenti scopi, tra cui scopi diagnostici e teraputici. Grazie alla Digital Transformation, le aziende mediche hanno inoltre potuto migliorare la customer experience dei propri pazienti, facilitando i servizi di prenotazione o seguendo i pazienti nella degenza anche a casa, rendendosi disponibili h24 tramite piattaforme dedicate

 

Le aree di implementazione e di competenze della Digital Transformation sono varie, così numerose che è impossibile riuscire ad elencarle tutte. Un processo di Digital Transformation realmente efficace richiede un’analisi approfondita della realtà dell’impresa supportata da una forte expertise. Come ormai è chiaro, non si tratta più di una scelta, bensì di un’esigenza di sopravvivenza evolutiva.  

Neosperience ha la mission di aiutare le aziende a rivoluzionare i propri paradigmi abbracciando una vera e propria business transformation. Se sei interessato a scoprirne di più puoi entrare in contatto con noi e scoprire i vantaggi che abbiamo da offrire alla tua azienda.

 

Strumenti utili per la Digital Transformation

luci digital

In una strategia di Digital Transformation, come abbiamo visto, l’aspetto organizzativo e di processo costituisce un aspetto fondamentale. Risulta però evidente come le singole tecnologie diventino imprescindibili. Ecco  alcune delle tecnologie nate negli ultimi anni cruciali per la Digital Transformation:

  • Cloud

Il cloud è una “nuvola” di dati e servizi sempre accessibile tramite una connessione internet, da qualsiasi dispositivo e in qualsiasi luogo.

Vi sono numerose aziende che offrono servizi in cloud. In questo modo il cliente può fruire di tutti i servizi online in ogni momento, ciò include ad esempio la gestione del proprio profilo e dei propri post, l’accumulo di fotografie e video, l’ascolto di brani musicali online ecc.

Il cloud è uno strumento flessibile e applicabile a diversi settori, in grado di offrire delle esperienze d’uso nuove e innovative.

  • Artificial Intelligence

L'intelligenza artificiale (AI) si riferisce alla simulazione dell'intelligenza umana in macchine programmate per pensare come esseri umani e imitare i loro pattern di comportamento.

Il termine AI può essere applicato a qualsiasi macchina che presenti tratti associati a una mente umana come l'apprendimento e la risoluzione di problemi. La caratteristica distintiva dell'intelligenza artificiale è la sua capacità di razionalizzare e intraprendere azioni che hanno le migliori possibilità di raggiungere un obiettivo specifico.

Un sottoinsieme di intelligenza artificiale è l'apprendimento automatico, che si riferisce a programmi per computer che possono imparare automaticamente dai dati senza essere assistiti da esseri umani. Le tecniche di deep learning consentono questo apprendimento automatico attraverso l'assorbimento di enormi quantità di dati non strutturati come testo, immagini o video.

  • Business Intelligence Software

I Business Intelligence Software sono un insieme di strumenti utilizzati dalle aziende per recuperare, analizzare e trasformare i dati in utili insight aziendali.

Esempi di strumenti di business intelligence includono visualizzazione dei dati, data warehousing, dashboard e reporting. Diversamente dalla competitive intelligence, i Business Intelligence Software si basano sull’asset di dati di prima parte generati e collezionati dall'azienda.

In prospettiva della Digital Transformation, la conoscenza profonda dei clienti è essenziale per creare prodotti e servizi con un reale product market fit. I dati sono quindi la risorsa più preziosa per comprendere in modo chiaro dove e come l’offerta incontra le reali esigenze dei clienti.

  • IOT

L'Internet of Things (IoT), anche noto con il nome di Internet delle cose o Internet degli oggetti, prevede la connessione a Internet di diverse tipologie di oggetti fisici.

Oggi, alla categoria Internet delle cose appartengono oggetti di uso domestico come frigoriferi e lampadine, ma anche risorse aziendali come le etichette intelligenti per l'identificazione dei prodotti e i dispositivi medici smart. Altri esempi sono i dispositivi indossabili, i dispositivi intelligenti e le città smart, la cui esistenza è esclusivamente dovuta all'IoT.

  • Big Data

Il termine Big Data si riferisce proprio al concreto utilizzo della nuova mole di informazioni. Ciò presuppone nuove capacità di collegare fra loro le informazioni per fornire un approccio visuale ai dati, suggerendo pattern e modelli di interpretazione fino a ora inimmaginabili.

I Big Data sono necessari e utili nei settori più disparati, per esempio automotive, medico, retail, scientifico, farmaceutico e altri ancora.

  • Blockchain

Le tecnologie Blockchain sono incluse nella più ampia famiglia delle tecnologie di Distributed Ledger, ossia sistemi che si basano su un registro distribuito, che può essere letto e modificato da più nodi di una rete. Per validare le modifiche da effettuare al registro, in assenza di un ente centrale, i nodi devono raggiungere il consenso.

Le modalità con cui si raggiunge il consenso e la struttura del registro sono alcune delle caratteristiche che connotano le diverse tecnologie Distributed Ledger.

La Blockchain è quindi una sottofamiglia di tecnologie, o come viene spesso precisato, un insieme di tecnologie, in cui il registro è strutturato come una catena di blocchi contenenti le transazioni e il consenso è distribuito su tutti i nodi della rete. Tutti i nodi possono partecipare al processo di validazione delle transazioni da includere nel registro.

Credits to https://blog.osservatori.net/it_it/blockchain-spiegazione-significato-applicazioni 

  • Segmentazione

Si tratta della suddivisione del mercato in sottoinsiemi (segmenti) omogenei di clienti sulla base di specifici parametri che possono accomunarli nel modo di rispondere a una particolare formula d’offerta o per la presenza di caratteristiche analoghe e rilevanti ai fini degli obiettivi di marketing prefissati.

Scopo della segmentazione è quello di individuare parti del potenziale di mercato che, per la loro omogeneità, possono essere considerate obiettivi raggiungibili da particolari combinazioni del marketing mix. L’impresa, in questo modo, tenta di esplorare la domanda di mercato per ricavarne informazioni sul comportamento d’acquisto dei clienti e per stimare l’entità quantitativa di ogni segmento individuato. Ciò le consente di scegliere i segmenti obiettivo e attuare una politica di marketing mirata.

  •  Personalizzazione

Strettamente correlata al punto precedente vi è la personalizzazione. Anche se non si tratta di una vera e propria tecnologia (ma di un mix di tecnologie applicate) è indubbiamente alla base di ogni strategia di marketing e vendita efficace.

In un mondo digitale ricco di dati ed informazioni è possibile comunicare con i propri clienti offrendo un’esperienza totalmente modellata sulle unicità del cliente con un approccio quasi one to one. Nel B2C si inizia a parlare di tratti psicografici e comunicazioni personalizzate.

Nel B2B grazie ai dynamic content i brand possono declinare i propri messaggi in base alla industry del potenziale cliente, alla funzione aziendale, o addirittura rispetto alla specifica azienda in essere. Tutto questo porta ad un incredibile miglioramento dei tassi di conversione rispetto alla tradizionale comunicazione one-to-many.

  • Voice of Customer

La Voice of the Customer è il processo tramite il quale le esperienze dei clienti possono essere ascoltate, raccolte, analizzate e condivise all’interno di un’impresa.

La Voice of the Customer è a pieno titolo una parte integrante della Customer Experience (CX) e come tale è determinante nel delineare una strategia marketing. È uno degli strumenti principali per ottenere un vantaggio competitivo: con una visione più precisa dei desideri dei clienti è possibile allineare la propria offerta alle loro esigenze.

  • Predictive Analysis

L'analisi predittiva è una categoria di analisi dei dati volta a fare previsioni sui risultati futuri, sulla base di dati storici e tecniche di analisi come la modellazione statistica e l'apprendimento automatico.

La scienza dell'analisi predittiva può generare intuizioni future con un significativo grado di precisione. Con l'aiuto di sofisticati strumenti e modelli di analisi predittiva, qualsiasi organizzazione può ora utilizzare i dati passati e attuali per prevedere in modo affidabile tendenze e comportamenti futuri.

  • Data Platform

Una data platform combina tutti i dati provenienti da vari set di dati e funge da hub centralizzato a cui è possibile accedere per l'analisi e le integrazioni.

Una hospitality data platform raccoglie dati da più sistemi (PMS, POS, Channel Manager, Website Analytics e molto altro), li armonizza in strutture utilizzabili e uniformi, e fornisce interfacce API e applicazioni gestite per accedere ai dati.

  • Augmented Reality

La realtà aumentata (AR) è una delle più grandi tendenze tecnologiche in questo momento, e diventerà ancora più grande quando gli smartphone, che dispongono della realtà aumentata, e gli altri dispositivi saranno più accessibili.

L’AR ci permette di integrare l’ambiente reale con elementi digitali, ma anche di immergere l’utente in un’esperienza completamente differente dalla realtà: entrambi gli usi hanno il fine di offrire un’esperienza pienamente immersiva simile al mondo reale.

La realtà aumentata è inoltre già disponibile nella nostra vita quotidiana e utilizzata in differenti modi, come i filtri di Snapchat, app che aiutano a trovare l’auto in un parcheggio affollato e una varietà di app per lo shopping che permettono di provare i vestiti senza nemmeno uscire di casa.

 

Possibili criticità della Digital Transformation

strisce di codice

Per innovare e seguire la trasformazione digitale, non basta abbracciarla e includerla nella propria strategia di crescita, ma bisogna assorbirne la mentalità e gli strumenti necessari al suo successo. 

Di seguito, tre punti a cui prestare particolarmente attenzione quando si decide di implementare la Digital Transformation:

1. Non è un progetto da breve termine

Non bisogna dimenticare che la Digital Transformation è un processo che richiede impegno e acquisizione di skills e competenze, oltre l’adozione di nuovi strumenti e funzioni. Pretendere dei risultati nel breve termine potrebbe portare a scoraggiamento e disillusione. 

2. La tecnologia, di per sé, non è la soluzione ai problemi di business ma va adottata entro una chiara strategia.

È necessario ricordarsi sempre che gli strumenti digitali sono degli strumenti utili all’uomo che deve saperli applicare. Conoscenze, competenze e visione del futuro, integrati alle innovazioni tecnologiche e ai giusti strumenti, realizzano la Digital Transformation che può risolvere molti problemi strategici delle aziende.

3. La Digital Transformation non si improvvisa

Un errore che spesso molte aziende commettono quando decidono di avviare una strategia di Digital Transformation è quella di volerla implementare in autonomia.

Così facendo, spesso si rischia di non ottenere risultati tangibili nel periodo prestabilito e di far lievitare la spesa, perdendo la resa. Purtroppo, scegliendo di tenere in azienda la ricerca con l’obiettivo di ottenere un prodotto personalizzato, spesso destabilizza l’identità aziendale e la core competence.

Scegliere partner esterni invece porta il vantaggio di acquisire esperienze e competenze maturate e sviluppate negli anni. Società esterne hanno sicuramente alle spalle case histories di successo. L’expertise in questo contesto è un fattore molto importante, che permette di evitare tanti errori in fase di progettazione e di implementazione. 

 

Che cosa può fare Neosperience per la tua Digital Transformation

Neosperience colors

Alla luce dell'importanza della Digital Transformation, come è possibile che un paese come l’Italia, all’avanguardia in più di un campo scientifico e artistico, sia così indietro in termini di trasformazione digitale? Cosa manca al nostro paese per essere alla pari con i maggiori player internazionali? 

Come detto in apertura, è fondamentale che l’Italia riesca a emergere nelle classifiche internazionali dove purtroppo risulta ancora il fanalino di coda in materia di competenze digitali e integrazione degli strumenti digitali alle strategie di business (Dati DESI 2020).

In Neosperience abbiamo coltivato un’idea, una visione di innovazione che fosse collaborativa e unica allo stesso tempo. L’Italia è il paese delle PMI, che sono al contempo la forza e la debolezza del nostro sistema paese: grandi innovatrici, ma fragili rispetto ai grandi player internazionali. 

PMI - però - sono anche le aziende italiane che offrono servizi e soluzioni per la Trasformazione Digitale. 

Capaci di comprendere le reali necessità dei propri clienti, spesso non sono però in grado di offrire un range abbastanza vasto di soluzioni e servizi per soddisfarne le richieste. 

Un obiettivo comune

Come fare quindi? La soluzione che abbiamo deciso di adottare è quella della condivisione delle responsabilità e competenze con aziende simili alla nostra, unite da un obiettivo comune. Perché l’unico modo che le PMI hanno di prosperare oggi, alla luce della crescente complessità digitale, è unirsi e mettere a fattor comune il proprio valore. 

Oggi il gruppo Neosperience conta più di nove realtà diverse, le quali hanno maturato esperienza in settori altrettanto diversi. Con il crescere del nostro gruppo siamo stati capaci di rispondere al meglio alle necessità dei nostri clienti.

Siamo arrivati a disporre di un portfolio di soluzioni e servizi unico nel panorama internazionale, che abbiamo deciso di dividere in 7 diversi punti. 

illustrate i punti della Digital Transformation

1. Disegnare la Trasformazione Digitale

Vogliamo aiutare le aziende a tirare fuori il meglio dal digitale, investendo sul capitale umano
e sulla tecnologia in un modo nuovo. Vogliamo condividere una visione di innovazione che abbia al centro il rapporto tra essere umano e digitale. Il nostro obiettivo è soddisfare i bisogni del cliente permettendogli di migliorarsi e crescere insieme ai propri clienti.

2. Progettare a realizzare prodotti digitali

Non bisogna lasciarsi intimidire dai grandi intermediari o dei competitor. Oggi è necessario sviluppare la propria offerta unica e personalizzata sulle caratteristiche dell’azienda e su quelle dei clienti tipo. Due sono i punti fondamentali: offrire esperienza di valore al passo con i tempi, e recuperare i dati dei clienti. 

3. Analizzare e comprendere il comportamento dei clienti

La nostra tecnologia permette di analizzare il comportamento di navigazione degli utenti e di realizzare questionari mirati grazie all'Intelligenza Artificiale. Permettiamo alle aziende di creare un rapporto empatico con i clienti, per coinvolgerli e fidelizzarli ai servizi e prodotti. 

4. Trovare nuovi clienti

Con le nostre soluzioni dedicate alla Lead Generation le aziende nostre clienti sono in grado di scoprire preziosi insight sui loro clienti tipo, entrando in contatto con loro in maniera automatica e dando valore al rapporto umano tra venditore e acquirente. 

5. Coinvolgere i clienti

Il digitale offre la possibilità alle aziende di entrare nella vita dei clienti. Per non sprecare questa occasione è necessario creare e condividere contenuti ed esperienze che facciano realmente la differenza, che siano innovative e che rimangano impresse. Noi offriamo una serie di soluzioni e servizi per renderlo possibile. 

6. Aumentare ricavi e margini

Le nostre soluzioni tecnologiche si fondano su anni di ricerche ed esperienze sul campo, ed hanno permesso a centinaia di nostre aziende clienti di aumentare i propri ricavi e margini. Migliorando l’offerta al cliente e fornendo ai clienti gli strumenti per rendere più efficienti i processi operazionali, permettiamo loro di guardare al futuro con la consapevolezza di non essere rimasti indietro rispetto ai competitor. 

7. Digitalizzare i processi operazionali

Grazie alle partnership con realtà leader di mercato nazionali e internazionali siamo stati in grado negli anni di sviluppare un portfolio unico di competenze e soluzioni per la digitalizzazione dei processi operazionali. Dalla smart manufacturing, allo sviluppo di soluzioni gestionali verticali, dai CRM allo sviluppo di soluzioni proprietarie innovative per l'Enterprise Search, noi di Neosperience offriamo un ecosistema completo e affidabile.

 

Per concludere, Neosperience crede in una Digital Transformation che - come un puzzle - prende forma solo se ogni pezzo viene posizionato al posto giusto. Solo chi può offrire tutte le tessere è in grado di aiutare i propri clienti a comprendere e a sfruttare al massimo i vantaggi delle ultime tecnologie, e dei cambiamenti metodologici che ne derivano. 

Se sei interessato ad approfondire il tema, non esitare a scriverci qui, o prendi direttamente appuntamento con i nostri tecnici cliccando su questo link. Saremo felici di condividere con te le nostre idee, certi che potrai apprezzare la freschezza e l’organicità della nostra offerta. 

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Diritti e doveri dell’Intelligenza Artificiale: a che punto è la legge?

AI e legge

L’Intelligenza Artificiale ne ha fatta di strada negli ultimi anni: crescendo in possibilità, abilità e diffusione, è entrata nella nostra vita di tutti i giorni, condizionandone le abitudini.

Per mano dell’iniziativa privata, gli algoritmi oggi regolano il nostro comportamento sui social, le preferenze per film e giochi, la possibilità di richiedere un mutuo o un prestito, la possibilità di avere successo in un colloquio di lavoro, e così via.

Affascinate e allo stesso tempo diffidenti nei confronti di questa nuova tecnologia, l’opinione pubblica e le istituzioni si trovano nella situazione di dover bilanciare gli innumerevoli vantaggi che le AI offrono con i rischi che comportano per i nostri diritti.

È quindi nata la necessità, condivisa tra Unione Europea e Stati Uniti, di regolamentare l’utilizzo delle Intelligenze Artificiali su più fronti, per evitare che i privati si ritrovino in mano più potere e responsabilità di quanto possano realmente controllare.

In questo approfondimento vedremo le caratteristiche delle norme più recenti – AI Bill of Rights e AI Act, al momento non vincolanti – che dovrebbero già nei prossimi anni diventare il punto di riferimento per la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale nel mondo.

AI Bill of Rights

Stilato dall’Ufficio per le politiche scientifiche e tecnologiche (Office of Science and Technology Policy, OSTP) della Casa Bianca a inizio ottobre 2022, l’AI Bill of Rights contiene una serie di linee guida per l’utilizzo ottimale dell’Intelligenza Artificiale e dei sistemi automatizzati ad essa connessi.

L’AI Bill of Rights non costituisce ancora una proposta di legge, né menziona pene o sanzioni per i sistemi automatizzati che non rispettano queste regole: è piuttosto da intendersi come una serie di raccomandazioni non vincolanti alle aziende e organizzazioni governative che intendono usufruire o fanno già uso delle Intelligenze Artificiali.

Il documento delinea 5 princìpi in base a cui regolamentare la progettazione e l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale: il testo fa riferimento in particolare al settore pubblico statunitense, ma le indicazioni contenute possono essere applicate anche in altri contesti in cui se ne fa uso.

1 – Sistemi sicuri ed efficaci

I cittadini dovrebbero essere protetti dall’utilizzo di sistemi potenzialmente poco sicuri o inefficaci, che possono arrecare danni nei confronti del singolo e/o della comunità.

Per questo motivo i sistemi automatizzati, ancora prima di essere implementati, dovrebbero essere sottoposti a test indipendenti che ne valutino l’efficacia e la sicurezza.

2 – Protezioni contro la discriminazione algoritmica

Le Intelligenze Artificiali dovrebbero essere progettate e utilizzate in modo equo, adottando misure preventive per prevenire il rischio di discriminazione algoritmica.

Per “discriminazione algoritmica” si intende una disparità di trattamento da parte di un sistema automatizzato sulla base di criteri etnici, sociali o culturali.

3 – Protezione dei dati personali

I sistemi automatizzati dovrebbero contenere by design opzioni relative alla protezione dei dati personali e della privacy degli utenti e dovrebbero raccogliere solo i dati strettamente necessari al loro funzionamento.

Il punto fa riferimento anche alla necessità di stabilire un consenso esplicito da parte dell’utente, in modo non dissimile da quanto avviene in Unione Europea con il GDPR.

4 – Avvisi e spiegazioni

Bisognerebbe sempre sapere se e quando ci si sta interfacciando con un sistema automatizzato e quali sono gli eventuali impatti dell’interazione.

La trasparenza nell’utilizzo delle Intelligenze Artificiali include la necessità di esplicitare non solo la presenza della tecnologia in questione, ma anche il suo funzionamento, in linguaggio chiaro e accessibile a più persone possibile.

5 – Alternative umane, valutazioni e riserve

I cittadini dovrebbero essere sempre in grado di scegliere un’alternativa umana a un sistema automatizzato, nelle modalità in cui questa scelta risulti fattibile e appropriata.

La presenza di figure preposte alla supervisione e al monitoraggio è particolarmente raccomandata negli ambiti considerati “più sensibili”: la giustizia penale, le risorse umane, l’istruzione e la salute.

AI Act (Unione Europea)

L’AI Bill Of Rights rappresenta un importante segnale da parte degli Stati Uniti, superpotenza mondiale culla delle Big Tech, ma dal punto di vista della regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale l’Unione Europea ha già compiuto diversi passi avanti.

L’AI Act, presentato nella primavera del 2021 e attualmente in fase di discussione tra il Parlamento Europeo e gli Stati membri, è un atto legislativo che punta ad applicare il principio della trasparenza e del rispetto dei diritti umani alla progettazione e all’utilizzo delle Intelligenze Artificiali.

L’obiettivo dell’AI Act è la regolamentazione dell’intero settore della produzione e della distribuzione dei sistemi automatizzati sul territorio europeo, in accordo con la normativa vigente negli Stati membri e con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

L’AI Act presenta diversi punti di contatto con il più recente AI Bill Of Rights, dal quale si distingue per un taglio maggiormente normativo: prevede infatti l’obbligo di registrazione preventivo di questo tipo di tecnologia e il divieto di utilizzare tipologie di Intelligenza Artificiale ritenute “a rischio inaccettabile”.

Quali sono le AI ad alto rischio?

Il testo dell’AI Act suddivide le intelligenze artificiali in quattro classi di rischio, calcolate proporzionalmente in base alle potenziali minacce alla salute, alla sicurezza o ai diritti fondamentali delle persone.

Rischio inaccettabile

Rientrano in questa categoria le Intelligenze Artificiali che fanno uso di pratiche come la profilazione per fini coercitivi o di social scoring, oppure utilizzano tecniche subliminali, ovvero distorcono i comportamenti delle persone per provocare danni fisici o psicologici.

I sistemi di Intelligenza Artificiale a rischio inaccettabile sono da ritenersi proibiti, in quanto contravvengono nel loro funzionamento ai valori dell’Unione Europea e a diritti umani fondamentali come la presunzione di innocenza.

Rischio elevato

Rientrano in questa categoria i sistemi di Intelligenza Artificiale che hanno il potenziale di influire in modo significativo sull’andamento della democrazia o sulla salute individuale o collettiva.

Sono dunque considerate Intelligenze Artificiali ad alto rischio:

  • I sistemi utilizzati nell’istruzione o nella formazione professionale per la valutazione delle prove o l’accesso agli istituti;
  • I sistemi utilizzati per l’assegnazione di decisioni nei rapporti di lavoro e in ambito creditizio;
  • I sistemi destinati all’amministrazione della giustizia e alla prevenzione, l’accertamento, l’indagine e il perseguimento dei reati;
  • I sistemi destinati all’utilizzo nella gestione della migrazione, dell’asilo e del controllo delle frontiere.

L’AI Act dedica particolare attenzione alle applicazioni ad alto rischio dell’Intelligenza Artificiale. Queste ultime potranno essere immesse sul mercato, ma solo se rispettano una serie di requisiti obbligatori orizzontali che ne garantiscano l’affidabilità e se avranno superato diverse procedure di valutazione di conformità.

Rischio limitato

Rientrano in questa categoria i sistemi come i chatbot o i deepfake, che possono originare un rischio di manipolazione quando la natura dell’agente conversazionale non è resa chiara all’utente.

Per i sistemi di Intelligenza Artificiale considerati a basso rischio, l’atto impone ai produttori un codice di condotta basato sulla trasparenza delle informazioni condivise con il pubblico, che dev’essere consapevole in ogni momento di stare interagendo con una macchina.

Rischio minimo

Rientra in questa categoria la stragrande maggioranza dei sistemi esperti, automatizzati e di Intelligenza Artificiale attualmente utilizzati sul territorio europeo.

Per i sistemi di Intelligenza Artificiale considerati a rischio minimo le disposizioni lasciano ai fornitori la libertà di aderire ai codici di condotta e di affidabilità su base volontaria.

AI Liability Directive: verso la regolamentazione

A fine settembre 2022, proprio qualche giorno prima che oltreoceano si pubblicasse l’AI Bill Of Rights, la Commissione Europea ha rilasciato l’AI Liability Directive, una proposta legislativa sulle responsabilità giudiziarie dell’Intelligenza Artificiale.

In altre parole, questo documento rappresenta un primo passo verso l’applicazione di provvedimenti legali nei confronti degli individui o degli enti che subiscono danni connessi all’uso di questo tipo di tecnologia.

Nell’AI Liability Directive la Commissione Europea spartisce inoltre l’assunzione di responsabilità legale tra diversi soggetti: in primis ricadrà sulle società che mettono a disposizione l’Intelligenza Artificiale, ma coinvolgerà anche altri attori dell’intera supply chain, non ultimi gli utenti stessi.

Conclusione: è giusto limitare l’innovazione?

Non è mai corretto limitare l’innovazione, e peraltro lo scopo di norme e leggi ben scritte non è mai quello di bloccare la crescita di una tecnologia.

Le norme vivono nella cultura e nella storia in cui sono scritte, ne seguono la sensibilità e semplicemente indirizzano le tecnologie verso i bisogni più sentiti del momento, limitando i pericoli di creare danno alla società.

Non è infatti vietato – per fare un esempio – ricercare nuove terapie e medicinali grazie alle tecnologie genetiche; è invece vietato clonare un essere umano.

L’Intelligenza Artificiale non farà eccezione: come dimostrano le proposte messe sul tavolo negli ultimi anni da Unione Europea e Stati Uniti, nel prossimo futuro questa tecnologia sarà soggetta a regole che porteranno i produttori ad assumersi le responsabilità necessarie per i prodotti e i servizi che immettono sul mercato.

L’intento che guida questi provvedimenti è quello di preservare le libertà individuali e collettive. Si potrà innovare senza rischiare la libertà delle persone solo attraverso il controllo di realtà terze, alla luce della contemporaneità e grazie ai contributi di diverse aree di competenza – dalle scienze pure alla giurisprudenza, passando per data science e discipline umanistiche.

Noi di Neosperience siamo esploratori dell’innovazione. Ciò che ci ha guidato nello sviluppo dei nostri algoritmi di Intelligenza Artificiale, all’analisi del comportamento utente alla semplificazione dei processi aziendali, è la volontà di portare le persone e le organizzazioni in un ambiente digitale più umano e più empatico.

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Sei qualità fondamentali per un’impresa empatica

Impresa empatica: due mani che si avvicinano

Transizione digitale, nuova globalizzazione, industria 4.0, intelligenza artificiale…i  cambiamenti in atto negli ultimi anni investono il mondo imprenditoriale nella sua totalità. 

Per fare fronte a queste sfide è fondamentale che le aziende ripensino le loro prospettive, in modo da apprendere la capacità di adattamento costante per affrontare la mutevolezza che contraddistingue il tempo che stiamo vivendo.

Nel tempo della complessità non c’è più spazio per la rigidità dei modelli di organizzazione tayloristi e fordisti che hanno contraddistinto per decenni il mondo imprenditoriale e a cui la maggior parte delle nostre aziende è ancora ispirata. 

In linea con il primato dell’intelligenza emotiva, ovvero della capacità di riconoscere, gestire e utilizzare consapevolmente sentimenti propri e altrui, le organizzazioni dovranno dunque dare spazio all’empatia e valorizzarla nelle loro strutture e processi. 

Lo spunto per identificare le qualità fondamentali che imprenditori e manager dovranno fare proprie per rendere le imprese davvero empatiche si possono ritrovare in un’opera letteraria del recente passato, anch’essa scritta in un’epoca di grandi cambiamenti: le sei “Lezioni americane” di Italo Calvino

 

Le “Lezioni americane” di Italo Calvino

Il 6 giugno 1984 Italo Calvino fu invitato dall’Università di Harvard a tenere un ciclo di conferenze nell’ambito delle Charles Eliot Norton Poetry Lectures. Calvino decise di dedicare le sue lezioni alla letteratura e, più in generale, alla comunicazione in ogni sua forma, a fronte dei cambiamenti intervenuti nel corso degli ultimi decenni nella società.

Calvino rilevò dunque sei princìpi, sei parole chiave che nella sua visione avrebbero dovuto traghettare la scrittura verso il terzo millennio. 

Nelle settimane precedenti agli incontri, Calvino fu ossessionato dalla preparazione di queste lezioni, tanto da avere idee e materiali per realizzarne numerose altre. Purtroppo morì prima di aver completato la sesta lezione, incentrata sul tema della Coerenza (Consistency).

A quasi quarant’anni di distanza dalla stesura, le sei Lezioni americane di Italo Calvino restano un’opera universale e senza tempo, capace di parlare delle sfide della società del passato recente, ma anche del tempo di oggi, tra digitalizzazione e nuova globalizzazione.

Dario Melpignano e Neosperience stessa hanno tratto ispirazione dalle sei parole chiave individuate nelle “Lezioni americane”, per provare a rileggerle nella chiave strategica dello sviluppo organizzativo e aziendale. 

Parliamo dunque di Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e Coerenza.

Scoprile ascoltando l'intervento realizzato da Dario Melpignano per il pubblico di Confindustria, che trovi qua sotto:

 

O leggi la sintesi dei punti, secondo l’interpretazione del nostro CEO Dario Melpignano.

 

Leggerezza

prima qualità impresa intelligente: leggerezza

Federico Faggin, inventore del microprocessore, e Giulio Tononi, tra i  principali  neuroscienziati italiani contemporanei, concordano per certi versi su una tesi: ognuno di noi è al contempo parte e tutto dell’universo, che osserva sé stesso da un punto di vista specifico. 

In questo senso diventa strategico saper cambiare punto di vista e accogliere con leggerezza la complessità del mondo esteriore e interiore nel quale ci troviamo. Ciò implica l’adozione di una nuova ottica, di nuove logiche, nuovi metodi di conoscenza e di verifica, che mettano al centro la precisione e la determinazione

L’impresa empatica riconosce la leggerezza come primo e fondamentale valore su cui costruire la propria organizzazione. Nel mondo del digitale, il luogo non-luogo per eccellenza, è di importanza fondamentale togliere peso alla struttura e al linguaggio della tecnologia e accogliere la leggerezza come un valore.

L’impresa empatica mette in pratica la leggerezza facendo propri processi operazionali agili e flessibili, affidandosi a un’infrastruttura digitale in cloud e adottando applicazioni aziendali che, anziché nascondere i dati, li mettono a disposizione degli utenti. 

 

Rapidità

seconda qualità impresa intelligente: rapidità

Il tempo, oltre a non essere probabilmente un’entità fondamentale, è relativo. Per tutti però ha un valore, generalmente molto alto. Come impresa, oggi più che mai, è importante impiegarlo al meglio.

Calvino ritiene che la rapidità sia un valore: la rapidità non è intesa come una corsa contro il tempo, che si rivela in ultima analisi futile e porta a risultati approssimativi, bensì come una flessibilità strutturale che fa della sveltezza il suo punto di forza.

Ed è proprio “affrettandosi lentamente”, per riprendere il motto dello stampatore rinascimentale Aldo Manuzio, che le imprese empatiche faranno fronte ai cambiamenti. Nella pratica ciò si traduce nell’elaborazione di sistemi, applicazioni e servizi tecnologici flessibili e scalabili, capaci di adattarsi alle diverse circostanze.

Nelle Lezioni americane Italo Calvino considera complementari tra di loro il “tempo di Mercurio”, che rappresenta la sintonia con il mondo, e il “tempo di Vulcano”, ovvero la concentrazione produttiva e costruttiva. In altre parole, le aziende dovranno padroneggiare un equilibrio tra il know-how acquisito sul lungo termine e la rapidità di esecuzione dei processi di business.

 

Esattezza

terza qualità impresa intelligente: esattezza

In un’era dominata dai Big Data, l’impresa empatica dovrà essere capace di superare le difficoltà che rendono ogni giorno più complicato comunicare e far comprendere i dati e le informazioni che ne conseguono. 

È più che mai necessario mettere in pratica il “giusto uso del linguaggio” che Italo Calvino associa alla qualità dell’esattezza. Imprenditori e manager dovranno sforzarsi di parlare un linguaggio che veicoli un reale significato, senza affidarsi a formule di vendita vuote e oscure.

Le nuove tecnologie basate sull’Intelligenza artificiale permetteranno presto agli utenti di predire la domanda di beni, servizi o trend di business. Ne sono un esempio le soluzioni presentate nel corso dell’ultima edizione della conferenza internazionale Re:MARS di Las Vegas, a cui Neosperience ha recentemente partecipato.

Per comunicare al pubblico concetti relativi a dati e modelli statistici complessi, e spiegare quali siano le loro potenziali applicazioni concrete, saranno necessarie un’analisi qualitativa e un approccio critico alla raccolta e all’elaborazione del dato stesso.

Il dato non è magia e neanche formula: un suo utilizzo consapevole non potrà prescindere dal fattore umano che l’impresa empatica mette al centro, facendo uso di un linguaggio trasparente e - appunto - “esatto”. 

 

Visibilità

quinta qualità impresa intelligente: visibilità

Nelle Lezioni americane Italo Calvino si interrogava sul futuro della facoltà dell’immaginazione nella civiltà dell’immagine, a seguito di una serie di cambiamenti che nel corso del ventesimo secolo avevano rivoluzionato la cultura, la società e i mezzi di comunicazione. 

Oggi questa tematica è più attuale che mai. Con il Metaverso, che promette di trasferire in uno spazio virtuale i rapporti personali e aziendali, la civiltà stessa si fa immagine. Come è possibile coniugare il progresso tecnologico con l’utilizzo della facoltà di immaginazione, senza implicare d’altro canto un ritorno al passato?

Quando si va oltre gli esempi più sensazionalistici, si scopre che la migliore tecnologia in realtà è già human-centered

Come dimostrano ad esempio le esperienze di Extended Reality realizzate da Neosperience per il produttore di elettrodomestici Haier, l’utilizzo attivo di tecnologie di realtà virtuale e aumentata non mette in pericolo, ma valorizza l’immaginazione.

Compito dell’impresa empatica è quello di integrare nelle soluzioni digitali la fantasia, la “facoltà intrinsecamente antropomorfa di evocare immagini dalla mente”, che nessuna rete neurale o intelligenza artificiale potrà eguagliare.

 

Molteplicità

quarta qualità impresa intelligente: molteplicità

Nonostante si parli sempre più spesso di individualismo, viviamo nell’era dell’uniformità. In ogni ambito della nostra società gli individui sono uniformati in “cluster”, raggruppati per interessi, caratteristiche e idee anziché valorizzati. 

Il digitale ha aumentato ulteriormente la complessità delle relazioni tra aziende e clienti. Da un lato infatti le nuove tecnologie incentivano un rapporto più diretto, ma dall’altro hanno uniformato sempre di più la comunicazione, i contenuti e le esperienze di fruizione.

L’impresa empatica restituisce alla molteplicità un ruolo centrale e la valorizza costruendo prodotti e servizi che tengano conto dell’unicità di ogni persona, che enfatizzano il coinvolgimento emotivo e ne influenzano le vite per mezzo dei dati.

Nella pratica questo è l’obiettivo della Customer Intelligence: offrire ai clienti esperienze su misura su diversi touchpoint, capaci di superare l’approccio alienante della comunicazione per cluster e fare così tesoro dell’unicità di ogni cliente, di ogni collaboratore, di ogni partner di business.

 

Coerenza

sesta qualità impresa intelligente: coerenza

Dell’ultima delle Lezioni americane di Italo Calvino, incentrata sul tema della coerenza (Consistency), come anticipato nell’introduzione sono rimasti solo pochi appunti. Questo tema è però  centrale  nel tempo di oggi, in cui cresce il disorientamento e si sgretolano idee e concetti prima dati per certi.

In un mondo che non smette mai di cambiare, è di fondamentale importanza che il cambiamento sia coerente. Il ruolo dell’impresa empatica oggi è quello di fare proprio il valore della coerenza, dando certezze, risposte e valori: nuovi punti di riferimento su cui puntare.

Le aziende dovranno dunque abbracciare nuove visioni e nuovi modelli di business, adottando ad esempio una strategia di piattaforma multi-sided e offrendo miglioramenti alle capacità digitali esistenti, anche per mezzo di modelli di offerta subscription-based.

Fare propria la qualità della coerenza e diventare punto di riferimento dell’impresa empatica è per Neosperience un onore e un onere. Non è affatto semplice, ma ripaga con la consapevolezza di essere bussola e stella polare per i nostri clienti, aiutandoli a navigare il mare procelloso della tecnologia nel tempo della complessità.

 

Conclusioni

Come abbiamo visto, essere impresa intelligente van ben oltre l'adozione di nuove tecnologie.

È una sfida che parla direttamente al cuore e alla mente di tutti noi: non semplici lavoratori, ma donne e uomini che si relazionano con altri esseri umani.

Infatti solo se avremo il coraggio di essere "persone intelligenti", se faremo nostre queste sei qualità, allora potremo far diventare realmente intelligente la nostra impresa.

E tu, sei pronto?

Scarica il nostro ebook se sei interessato ad approfondire le 6 qualità dell'impresa empatica

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Virtual Exhibition: Neosperience e Value China per gli eventi B2B

Una Virtual Exhibition per la tua azienda nell'area APAC

Stiamo vivendo una situazione drammatica, è innegabile, ma, come spesso si dice, una crisi è anche un'opportunità. Ecco perché abbiamo sviluppato la soluzione verticale Virtual Exhibition (Smart Exhibition nella versione dedicata al pubblico asiatico).

È arrivato il momento di rivoluzionare gli eventi B2B internazionali.

Oggi esistono tecnologie in grado di supportare e facilitare la realizzazione e la gestione delle fiere B2B; in questo articolo vi parleremo della nostra soluzione verticale che abbiamo realizzato per il settore.

Il problema

Oggi viaggiare per partecipare a fiere ed eventi internazionali è difficile, soprattutto nei paesi dell'area APAC.
Siccome questa situazione rischia di perdurare nel tempo, è ormai diventato essenziale trovare un’alternativa.

La soluzione

La soluzione che abbiamo individuato si basa sul concetto di “digitalizzazione dell’esperienza”. Noi in Neosperience ci siamo posti l’obiettivo di riuscire a sviluppare una piattaforma che riuscisse a unire al suo interno i punti di forza del settore degli eventi internazionali con le prerogative di un’esperienza virtuale.

La Neosperience Virtual Exhibition è una soluzione verticale pensata per aiutare le realtà italiane a creare e gestire i propri eventi internazionali. Abbiamo inoltre voluto guardare con un occhio speciale al mercato cinese.

Il motivo? Siamo convinti che le migliori opportunità di business sono - e saranno in futuro - ad appannaggio dei paesi asiatici. Per questo motivo abbiamo accolto all’interno della nostra famiglia Value China, una società specializzata nell’aiutare le aziende italiane a crearsi un proprio mercato nel paese del dragone.

I tuoi obiettivi

Ci siamo quindi dedicati a delineare quelli che pensiamo siano gli obiettivi di ogni azienda o organizzazione desiderosa di realizzare il proprio evento internazionale.

  • Sviluppare e proporre un ecosistema digitale che sia in grado di forgiare nuovi modi per coinvolgere gli espositori e i visitatori. In poche parole, creare una community;
  • Ideare e realizzare esperienze rilevanti ed efficaci per sorprendere i visitatori;
  • Connettere, influenzare e costruire fiducia negli audience di riferimenti, su ogni piattaforma e device;
  • Permettere la creazione di un database di qualità con informazioni e insight sul proprio pubblico;
  • Sviluppare nuove fonti di guadagno per espositori e organizzatori;

 

Virtual Exhibition: ciò che offriamo

Una volta delineati gli obiettivi, abbiamo pensato a come soddisfarli con la nostra soluzione. La Neosperience Virtual Exhibition offre infatti:

  • Uno spazio dove realizzare speech e workshop: tramite uno strumento di streaming video, si possono organizzare incontri one-to-many, one-to-few e one-to-one.
  • Una feature di Matching basata sull’Intelligenza Artificiale per mettere in contatto le aziende partendo da una profilazione di interessi e qualità, esattamente come avviene nel mondo dei social network personali dove è possibile identificare utenti simili.
  • L’uso della Realtà Aumentata e Virtuale per dare “fisicità” ai contenuti che gli espositori decideranno di condividere, o per rendere più efficaci gli incontri e gli speech.
  • Una funzione di eCommerce all’interno della piattaforma per permettere agli espositori di vendere e proporre i propri prodotti al pubblico.

Il nostro obiettivo finale consiste nel rendere il tuo evento un esempio del buon uso del digitale nel settore. Così facendo la tua iniziativa diventerà naturalmente un polo attrattivo internazionale per il tuo settore merceologico.

Perché Neosperience e Value China

Le nostre due realtà hanno visioni e competenze uniche in Italia.

Siamo in grado di aiutare la tua azienda a estrarre il massimo del valore dal tuo posizionamento, realizzando l’evento virtuale che meglio si addice alle tue necessità.

Oltre a ciò, aiuteremo la tua realtà a espandere il proprio mercato. Ti permetteremo di raggiungere tutti i paesi asiatici e dell’area pacifica, e i loro pubblici interessati a ciò che produci o realizzi.

Grazie alla nostra soluzione ready-to-use, insieme saremo in grado di realizzare il tuo evento virtuale, a capitalizzare su prodotti e competenze e a diffondere le tue unicità in tutto il mondo.

Sei interessato alla Neosperience Virtual Exhibition? Vuoi diventare un precursore degli eventi e fiere all-digital?

Ti mostreremo i benefici pratici nell’adottare la nostra soluzione.

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Trend tecnologici e nuove sfide nel settore 
dello sport

Foto copertina articolo sport - trend tecnologici nello sport

In un contesto in cui il mondo dello sport è in costante crescita, ma allo stesso tempo bisognoso di cambiamenti, la nascita di tecnologie innovative, la diffusione di nuovi strumenti e il loro utilizzo sono diventati fattori di enorme importanza per la crescita e l’evoluzione del settore

Se prendiamo come cartina tornasole la situazione economica e sociale dello sport più ricco e seguito al mondo - il calcio - allora appare chiaro che, tra scandali e crisi, la necessità di innovare è urgente. Un cambiamento va realizzato, e la tecnologia in questa partita può giocare un ruolo da protagonista.

Oggi più che mai è di vitale importanza affrontare le continue evoluzioni grazie a soluzioni e strategie a lungo termine che coinvolgano tutti gli stakeholder del sistema, con l’obiettivo di rendere unica e rilevante l’interazione online e offline tra azienda/squadra e cliente/tifoso.

In questo articolo illustreremo i trend tecnologici che oggi e, soprattutto, domani saranno in grado di rivoluzionare l’engagement, i rapporti e l’esperienza con i tifosi nello sport. 

 

Trend tecnologici sulle modalità di fruizione e coinvolgimento dei tifosi sportivi

Tifosi allo stadio - trend tecnologici nello sport

Uno sport, perché possa continuare ad esistere, ha bisogno di due cose: di persone che lo pratichino e di appassionati che lo seguano. Squadre e federazioni hanno quindi tutto l’interesse di stimolare l’engagement dei tifosi, creando senso di appartenenza e fedeltà per rafforzare la relazione con i fan/clienti/stakeholder e ottenere un ritorno concreto in ottica di business a lungo termine. 

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un grande cambiamento nel rapporto tra società e tifosi. Le nuove tecnologie per la fruizione degli eventi sportivi si sono imposte sempre più, e gli ultimi anni pandemici hanno dato un ulteriore boost a questo fenomeno. 

L’imposizione in Italia di Dazn, e anche di Amazon Prime Video per la Champions League, come provider di contenuti sportivi in diretta via streaming è figlia dei tempi. Il trasferimento dal medium televisivo a quello digitale apre la strada a nuove possibilità di coinvolgimento. È dimostrato da numerosi casi d’uso che la tecnologia è in grado di incrementare le opportunità di business, creando nuove fonti di ricavo, e allo stesso tempo migliorando la soddisfazione del tifoso/stakeholder. 

Certo, esistono ancora limiti notevoli (per esempio i frequenti problemi riscontrati da Dazn e Amazon con la qualità dello streaming), ma nessuno mette in dubbio che il futuro sia internet

Coinvolgimento, sfida e condivisione sono gli obiettivi di tutto un settore, che bene o male deve riconquistare la fiducia e l’amore del proprio pubblico, tendenzialmente più basse negli ultimi anni. Vediamo alcuni esempi di nuove tecnologie che possono giocare un ruolo da protagoniste in questa rivoluzione:

 

Blockchain 

La tecnologia Blockchain negli ultimi anni ha visto uno sviluppo notevole. Dai primi approcci dubbiosi, oggi il pubblico e le imprese hanno imparato a conoscerla e ad apprezzarla. Gli usi di questa tecnologia stanno crescendo, e le sue potenzialità non sono ancora del tutto espresse. 

Nel campo sportivo, l’uso della blockchain per l’engagement del pubblico si lega a una sottobranca di questa tecnologia: gli NFT. Questi sono “oggetti” digitali che - acquistati sulla blockchain - risultano unici e quindi non copiabili. Per questo motivo, vengono venduti dalle società come collezionabili, stimolando il coinvolgimento dei tifosi. 

Prendiamo ad esempio il caso degli NBA Top Shot. Questa iniziativa dedicata agli appassionati è basata su una piattaforma blockchain, dove gli utenti possono acquistare, vendere, e scambiare “moments”, ovvero NFT sotto forma di video highlights ufficiali delle migliori giocate della NBA.

Si tratta di un’esperienza simile al mercato tradizionale delle carte sportive fisiche, ma invece dell’immagine di un giocatore con statistiche sul retro, si collezionano video di una giocata specifica rappresentati su di un cubo, le cui facce contengono tutti i dati e le statistiche relativi a quel momento.

banner nft

5G

Come abbiamo già detto, la fruizione dei contenuti in diretta si sta spostando ormai da anni verso il medium digitale. Il 5G - una volta divenuto capillare - sarà la tecnologia che trasformerà definitivamente il modo in cui seguiamo lo sport. Le reti 5G si stanno diffondendo in tutto il mondo, offrendo velocità, maggiore capacità e latenza ultra-bassa.

Inoltre il 5G permette di arricchire l’esperienza dell’utente con contenuti interattivi in diretta. BBox - per esempio - sviluppa contenuti coinvolgenti di Realtà Aumentata (AR) a cui i fan possono accedere tramite il proprio smartphone, come la possibilità di fare foto con i giocatori, tour dello stadio a 360° e infografiche sulle prestazioni dei giocatori. 

Ai tifosi di oggi non basta avere la partita davanti agli occhi: vogliono analisi, statistiche e informazioni aggiuntive sui giocatori e gli avversari delle loro squadre preferite.

 

Personalizzazione e fidelizzazione

L’utilizzo delle nuove tecnologie consente la raccolta dei dati per creare programmi di fidelizzazione profonda e di coinvolgimento dei fan. Man mano che le organizzazioni del settore riusciranno a collegare tutti i punti del viaggio di un singolo fan, saranno in grado di guidare connessioni personalizzate ed esperienze che consentiranno di aumentare la durata della vita valore dei fan.

Un esempio in tal senso è dato dalla pubblicità dinamica durante le partite. ​​La pubblicità virtuale all’interno degli stadi sta facendo infatti passi da gigante, e promette di diventare un elemento cruciale per permettere ai brand e alle leghe di strutturare i ricavi in modo più organizzato, e per offrire contenuti più in linea con il proprio pubblico. Grazie a questa tecnologia, gli spazi fisici dedicati agli sponsor e presenti negli stadi con i pannelli laterali di bordo campo, durante lo svolgimento delle partite possono essere sostituiti da contenuti virtuali a video, prodotti in tempo reale e personalizzabili.

 

Iniziative Live

Durante un match in live streaming, la possibilità per l’utente di intervenire in diretta per partecipare a concorsi, iniziative e azioni è illimitata. Ricevere gli autografi digitali dal proprio personaggio preferito, vincere un premio se indovina chi sarà il prossimo marcatore, scegliere la telecamera da dove seguire il match: tutto è possibile. 

 

Crowdfunding per tifosi

Alcune piattaforme di crowdfunding consentono ai tifosi di investire in progetti proposti dalla loro squadra per eventuali miglioramenti. In questo modo le società possono ricevere dei fondi per poter far crescere il club, e allo stesso tempo i tifosi possono investire in maniera sicura e entrare a far parte della società stessa, ricevendo in cambio vantaggi e premi. 

 

E-Sport

Un altro trend - ormai consolidato - è quello degli E-Sport. Basti pensare che esiste un campionato corrispettivo della Serie A TIM, chiamata semplicemente eSerie A TIM, dedicato agli incontri sui giochi FIFA e PES. Le società sportive devono stimolare di più però questa fruizione, con un proprio coinvolgimento attivo diretto. Infatti molti dei tifosi più giovani si relazionano con il proprio sport preferito in primis grazie al gaming: partire nella creazione della propria base futura di fan attraverso gli E-Sport è ormai diventato essenziale, anche perché è un mercato che ormai muove miliardi di euro ogni anno. 

Organizzare e mettere in evidenza campionati per squadre, proporre premi, investire in sale giochi comuni sono solo alcuni degli usi più interessanti di questo medium. 

 

Trend tecnologici sull’analisi delle performance sportive 

Atleta che sorride - trend tecnologici nello sport

La tecnologia, ovviamente, gioca un ruolo focale anche nelle attività di allenamento. Il digitale e le nuove tecnologie forniscono - in primis - nuovi dati, e quindi un nuovo approccio. Per esempio applicazioni dell’Intelligenza Artificiale per l’analisi dei dati raccolti durante le sedute di allenamento sono già in essere in molte realtà: lavorare sui singoli individui, con strategie più analitiche e personalizzate (ad hoc), è la strada che molti stanno seguendo. Lo studio dei video degli allenamenti e dei match, la valutazione continuativa della salute, lo studio per la prevenzione degli infortuni sono solo alcune delle applicazioni possibili.  

Per far ciò vengono utilizzate tecnologie wearable IoT, attraverso cui vengono monitorati i parametri fisici (i battiti cardiaci, gli sforzi compiuti, etc.) dell’atleta, registrando gli eventi più rilevanti. Si fa uso - oggi sempre più spesso -  anche di telecamere, nel caso specifico per registrare i movimenti e le azioni al fine di tramutarli in dati da interpretare. 

 

AI per lo sport

Raccolti i dati fisici e comportamentali, il passo successivo e necessario è quello di tradurli in informazioni utili. Al momento esistono strumenti che unendo analisi dei dati e intelligenza artificiale consentono di studiare i comportamenti, comprendere i propri errori e quelli degli avversari, e individuare le correzioni più utili. Grazie a sofisticati algoritmi e modelli, questa tecnologia aiuta a dare ad atleti e squadre una spinta in più in termini di performance.

 

Conclusioni - La tecnologia per uno sport che cambia

Campo di atletica - trend tecnologici nello sport

Lo sport e il rapporto delle società con gli appassionati sta cambiando. Offrire esperienze nuove e coinvolgenti è ciò che permetterà al settore di tornare a crescere e di superare la crisi economica e di immagine che molte realtà hanno vissuto negli ultimi due anni di pandemia. 

Investire in nuove tecnologie, già utilizzate dalla propria audience, e creare un rapporto di rispetto e fiducia con gli appassionati sono gli strumenti a disposizione oggi per guardare al futuro dello sport. 

Lo sport in fin dei conti è un gioco e una passione che unisce quasi tutte le persone al mondo. Fare sport e seguirlo è un modo per tornare un po’ bambini: impulsivi, temerari e felici anche nella fatica. Le società sportive non dovrebbero dimenticarselo quando decidono i propri piani di business: senza divertimento, coinvolgimento, non è più sport

 

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Neosperience Health Cloud a COSMOFARMA 2021

cosmofarma 2021

Neosperience dal 9 al 12 settembre ha partecipato come espositore alla Cosmofarma Exhibition 2021, l’evento leader a livello nazionale riguardante i temi della salute e del benessere. In questo breve articolo faremo una sintesi di quello che abbiamo presentato e visto nei tre giorni di Cosmofarma, un evento che si è rilevato denso di soddisfazioni per il nostro team. 

Cominciamo dall'annuncio più rilevante: durante la fiera abbiamo presentato la Neosperience Health Cloud, la nostra piattaforma evoluta per la cura del paziente, dedicata a farmacisti, poli-ambulatori, ospedali e aziende farmaceutiche. Per l’occasione abbiamo anche sviluppato il sito dedicato alla piattaforma, che puoi visitare qui

Con grande soddisfazione siamo riusciti a portare centinaia di professionisti del settore al nostro stand, dove hanno potuto toccare con mano le potenzialità della Neosperience Health Cloud. In particolare hanno conosciuto “di persona” Sofia, la nostra Personal Health Mentor, finalizzata a guidare il percorso di cura del paziente e a fidelizzare i clienti. 

Stand Neosperience Health Cloud

Potete mettere alla prova le conoscenze di Sofia e testare la sua funzione di anamnesi a questo link

Inoltre abbiamo dato prova della Neosperience Health Cloud lato paziente e professionista, mostrando la dashboard e le funzionalità incluse, e quindi provando come questa è in grado di rendere più semplice il percorso di cura.

Qua potete vedere la video demo.

La natura della Neosperience Health Cloud e le sue unicità sono poi state illustrate dal nostro CEO Dario Melpignano sul palco dello “Spazio Innovazione” con un intervento dal titolo: Innovazione digitale dei servizi della farmacia. 

Dario Melpignano a cosmofarma 2021

Potete rivedere il suo speech a questo link, in cui Dario ha raccontato il presente della sanità in Italia, citando potenzialità e limiti, e ne ha mostrato il futuro, che prenderà forma per mezzo di digitalizzazione e telemedicina.

In definitiva siamo felici di come l’evento si sia evoluto, e delle reazioni degli addetti ai lavori presenti che hanno potuto assistere alle dimostrazioni. 

Siamo fiduciosi che questo sia solo il primo passo verso un’adozione massiccia della nostra piattaforma, già usata da soggetti pubblici e privati in Italia e Europa, attraverso i progetti realizzati per Vivisol, Roche, L’Ospedale Luigi Sacco di Milano, L’Istituto Auxologico Italiano, il Policlinico San Matteo e i progetti europei Pegaso e Nestore

Se vuoi approfondire la nostra visione di futuro in campo sanitario ti invitiamo visitare il sito di Neosperience Health. Clicca sul bottone qui sotto!

 

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La rivoluzione dei Virtual Agent

virtual agent

Chatbot e Virtual Agent sono due termini che spesso si sovrappongo. Si tratta di due tecnologie distinte di cui si stanno dotando sempre più organizzazioni per mettersi in relazione con il proprio pubblico. In particolare, negli ultimi mesi abbiamo assistito a una vera rivoluzione per quanto riguarda i Virtual Agent. Ma come funzionano, e quale scegliere tra queste due tecnologie?

In questo articolo scopriamo le caratteristiche dell’uno e dell’altro e quali sono benefici che questi due “esseri virtuali” possono portare alle aziende che li implementano.

 

Chatbot

Un chatbot è uno strumento progettato per gestire processi conversazionali basilari che hanno al loro interno termini o vocaboli predeterminati. Quando, durante l’interazione, emergono tali termini il chatbot è in grado di fornire una risposta pertinente.

infografica chatbot

Talvolta i chatbot propongono al proprio interlocutore di scegliere fra due categorie prestabilite (per esempio “ordini” o “reso”) per indirizzare meglio la conversazione.

Tali strumenti sono usati dalle aziende o dagli e-commerce per lo più nelle prime fasi di interazione con i clienti, in attesa che un assistente umano possa subentrare alla gestione delle necessità del cliente stesso.

 

Virtual Agent

Un Virtual Agent, o AI chatbot, è un avatar progettato per interagire con gli umani in un modo il più possibile naturale. Esso non si basa quindi su script predefiniti, ma su un processo denominato natural language processing (NPL) che unisce efficacemente intelligenza artificiale e modalità ed espressioni umane.

Una tecnologia di questo genere non solo è in grado di conversare con un umano o aiutarlo a risolvere un problema riscontrato, ma impara e ricorda via via le informazioni in modo da diventare sempre più smart. Un agente virtuale avanzato riesce anche a ricordare le interazioni precedenti.

 

Somiglianze tra le due tecnologie

Cosa hanno in comune chatbot tradizionali e Virtual Agent? Entrambe queste tecnologie traggono le informazioni da una knowledge base di partenza e spesso mettono le loro informazioni a servizio delle FAQs poiché si tratta appunto di domande con schemi ripetuti.

Chatbot e Virtual Agent sono oggi molto sviluppati e popolari, ma la conversazione tipicamente umana può diventare talmente complessa da mettere a dura prova le abilità di questi sistemi tecnologici.

In ogni caso gli scambi verbali con un Virtual Agent saranno sempre più realistici e aderenti alla fisionomia dell’interazione umana proprio perché è prevista una notevole personalizzazione che va a perfezionarsi man mano che la conversazione procede.

 

I benefici che un Virtual Agent può portare al tuo business

Veniamo ora ai principali benefici che il Virtual Agent è in grado di fornire alle aziende.

Tra questi troviamo sicuramente un aumento delle conversioni del traffico sul sito web laddove il Virtual Agent agisca per esempio sulle pagine con i prezzi. Un messaggio di supporto o una domanda posta al momento giusto possono invogliare maggiormente il potenziale cliente a procedere con l’acquisto.

Citiamo poi la creazione di lead qualificate e l’automatizzazione di alcuni processi di business. La presenza di un Virtual Agent permette alla mano d’opera umana di impegnarsi in altre attività portando ad una maggiore efficienza interna.

Inoltre verrà potenziata la customer experience: le risposte che il Virtual Agent è in grado di fornire sono non solo rapide, ma disponibili 24/7 così da garantire una piacevole interazione con clienti e utenti che si collegano da fusi orari diversi.

 

Rispetto della privacy degli utenti

Gli agenti virtuali sono poi un ottimo modo per raccogliere informazioni e dati sul comportamento e sui percorsi dei clienti poiché registrano le domande più frequenti e le pagine che generano il maggior numero di interazioni. Simili approfondimenti mostrano a che step del proprio percorso il cliente riscontra dei problemi, permettendo poi all’azienda di intervenire in modo mirato.

Questo punto può far sorgere non poche perplessità sull’etica e sulla compliance alla GDPR. È chiaro che, come un'interazione in chat con un umano, gli scambi con agenti virtuali devono essere conformi alle regole del proprio settore.

Per esempio, gli agenti virtuali per gli operatori sanitari devono essere conformi all'HIPAA (ossia la legge federale degli Stati Uniti che stabilisce i requisiti di privacy per le organizzazioni incaricate di salvaguardare dati sanitari).

 

Piacere, Sofia!

Sofia è il primo Virtual Agent basato su un modello di intelligenza artificiale che integra un flusso conversazionale open-ended, fondato su un algoritmo di deep learning della famiglia GPT-3 di OpenAI e potenziato con le funzioni di Extended Reality di Neosperience Cloud e sintesi vocale.

Virtual Agent Sofia

In questo video la vediamo interagire con il nostro CEO Dario Melpignano. La conversazione è in italiano, ma Sofia parla più di 50 lingue. Anche il linguaggio non verbale appare molto sviluppato: dalla modulazione delle espressioni del volto, fino all’attivazione della gesture delle mani in sintonia con lo svolgimento della conversazione.

Questo è il futuro fatto a persona!

Nei prossimi mesi e anni, man mano che avanzeranno la tecnologia 5G, l'intelligenza artificiale, la NLP e il machine learning, le aziende godranno di funzionalità molto avanzate, come previsioni istantanee e un facile accesso a conversazioni ad alta definizione.

In futuro, è molto probabile che ogni organizzazione sarà dotata di un assistente virtuale funzionale, rendendo il mondo un luogo più efficiente e più connesso dove vivere e lavorare.

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